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Il mio appello di Natale

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Chi troppo ha amato e troppo ama è inesorabilmente condannato alla solitudine e all'abbandono. Perché chi ama, dedicandosi alle persone amate con tutto se stesso, annulla la propria vita, la rende al servizio altrui e non sente il sacrificio né il peso fintanto che ha la forza fisica o quella psicologica per continuare a dimostrare, dando, tutto il suo amore. Quando le forze vengono meno, per moti...vi di salute, per forte stress, per situazioni disagevoli, e si volge verso quelle persone amate per chiedere un aiuto, allora trova il vuoto. Questo perché, gli altri, abituati a quell'amore e a quella dedizione lo credono infallibile. Interpretano il cedimento, non come un fatto patologico, ma come una ribellione, una cattiveria nei loro confronti. Non capendo, abbandonano. E non si curano di chi li ha sempre amati e non riconoscono l'amore che è stato loro dato.
Non sarà mai Natale per queste persone rimaste sole con se stesse con il paradossale rimorso di avere solo amato.
L'amore, il sentimento più divino, si ritorce contro di loro come una condanna e si trasforma in un antro buio di depressione.
E' vero che l'amore non pretende nulla in cambio, tantomeno amore. Si ama incondizionatamente e a prescindere. Però è dovere civile e sociale non abbandonare nemmeno un animale, figuriamoci un essere umano.

NON ABBANDONATE LE PERSONE CHE VI AMANO O CHE VI HANNO AMATO. SIATE QUANTOMENO RICONOSCENTI. PORGETE LORO UNA MANO. NON PRETENDETE.

E' il mio appello di Natale.

Cercate di com-prendere le loro sofferenze e aiutatele ad uscirne.


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