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Raccontami la notte in cui sono nato

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Il protagonista del romanzo, Lucien, decide di togliersi di dosso la propria vita, non suicidandosi, semplicemente dandola ad un altro, vuole uscirne, come da un involucro, lasciandolo intatto per mettere un'altra persona al posto suo, e per questo nuovo protagonista della sua vita sceglie Filippo, suo coetaneo. Il romanzo si dipana, in modo assai gradevole ed elegante, in questa sorta di “preparativo di fuga” di Lucien, il quale fa una sorta di inventario, di tutti gli anni vissuti sin lì, per cercare di capire cosa vi sia stato di sbagliato. Infatti a portarlo alla decisione di “dimettersi” da sé stesso è una sorta di incapacità di vivere appieno i momenti, una specie di irresolutezza, che lo lasciava con l’amaro in bocca e gli altri stupiti, spesso, della sua apparente superficialità. Ma di superficialità non si è mai trattato, bensì di una profondità trasversale, altra, che portava Lucien su un percorso simile a tutti, a giungere a mète sbagliate. Invece, Filippo, al posto suo, riuscirà a portare ad un compimento la vita di Lucien dandoci l’impressione che forse le vite che si vivono non si generano con noi, ma potrebbe darsi che sono come degli abiti che ci troviamo a dover indossare ma che non sono fatti apposta per noi, ci stanno magari bene addosso, ma nascondono qualche difetto che non ce li fanno calzare a pennello. Il breve romanzo si legge molto volentieri, sia grazie all’originalità della trama, ma soprattutto per la bravura dell’autore, che in brevi passaggi, ben calibrati, ci porta attraverso le età della vita del protagonista, senza avvalersi di veri e propri flash-back ma con semplici e decise pennellate di colore diverso. L’autore svela tra le pagine una sorta di visione introspettiva del protagonista, costruendo tali parti come dialoghi intimisti, non li definirei “psicologici” nel senso stretto, ma più riflessioni sull’essenza dell’uomo moderno che fanno da ossatura della vicenda, da detonatore per lo sviluppo di tutto il romanzo. Ebbene, l’autore in questi passaggi, dà il meglio di sé, cesellandoli con minuzia e sapienza, senza farli diventare dei trattati, o appesantendoli con inutili luoghi comuni, ma scrive passaggi molto ben equilibrati, e che, sebbene centrati sul protagonista, hanno un certo respiro universale che rendono la lettura molto interessante e di ampio respiro. Al termine del romanzo il lettore che trova Filippo così a suo agio nella vita di Lucien si domanderà di certo come sarà la nuova vita di Lucien, avrà egli capito come risolvere i suoi dilemmi o se li terrà cari? L’autore, sebbene appena ventiseienne, ha già al suo attivo un curriculum letterario di tutto rispetto, compresi lavori per il teatro e la televisione, e, vista la sua collaborazione con due prestigiosi quotidiani, sono certo che sentiremo parlare ancora molto di lui, e, se è vero che la maturità migliora la penna, ci donerà senz’altro bellissime pagine. Completa il piacere della lettura una copertina davvero bella.

 Loredana Savelli - 15/02/2009 11:03:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Dalla recensione sembra davvero interessante, un tema attuale e, allo stesso tempo, antico: l’eterno dilemma dell’identità.

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