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LAntefatto - LAntagonista - Adamo

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L'Antefatto

 

Come il nulla dal nulla crea visioni
M'immaginavo un punto farsi incontro
A un altro punto, e un altro ancora.
Stimolavo figure sulla mia lavagna scura.
Sapevo ciò che stavo facendo?
Molto dopo mi fecero intendere
Che ero stato solo troppo a lungo
E volevo condividere la mia felicità.
Non li ho mai capiti. Che cos'era
Mai la solitudine? Quanto alla felicità
Nel tempo non ho avuto sentimenti
Che dominio, vendetta, giustizia.
In una sola parola: gelosia.

 

 

L'Antagonista

 

Ma dove potevamo mai cadere
Se abitavamo tutti insieme quel vuoto
E il vuoto ci abitava, era in noi
E solo in noi fino al fondo cadevamo...
Non potevo che voltargli le spalle:
Il nulla stanca come una stanca carezza
Diviene abitudine e dilegua. Non altro
Sarebbe stata la nostra eternità.
Partivo senza bagagli di parole,
Non m'importava di «bene» o di «male»,
La libertà che cercavo stava fuori
Dal cerchio stretto della sua pronuncia.
Invece mi avete chiamato come il male
E spesso con questo nome mi accusate:
Ma bene e male sono solo l'illusione
Che la sua bocca ha inventato per voi.
lo sono la più semplice verità, la vostra.
Per questo non mi trovate.
Per questo sperate che io non esista.

 

 

Adamo

 

Avevo appena appreso a dire il inondo,
A chiamare fiore il fiore, sole il sole
E luna e notte e tutta quella vita
Che s'agitava nel fondo dei miei occhi
E non sapevo quanta poca fosse,
Quanto vero il deserto oltre il giardino.
Ma se lo avessi raggiunto avrei avuto
Ancora segni per farmi comprendere?
C'era un luogo all'incrocio dei sentieri
Che mi prefigurava quel deserto:
Le mie parole non chiamavano nulla,
I nomi che tentavo mi tornavano
Addosso come torna un'eco chiusa.
In quel silenzio passavamo i giorni
Perché era lì che volevamo andare,
Dove ogni pianta, fiume, animale
Perdeva senso come un foglio vuoto.
Dicevo "albero", invece era un varco
Tra rami, foglie e frutti rossi,
Un buco oscuro, vortice o ferita
Per cui la terra cessava la sua recita
E il cielo dismetteva la sua luce.
Sarebbe iniziata lì, la nostra storia.

 

 

 

[ da Solstizio, Lo Specchio Mondadori ]

 

 

 

 Klara Rubino - 12/12/2017 09:11:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

È un arricchimento!
Sul finale mi sono emozionata attraversando quello che "noi chiamiamo albero e invece è un varco tra rami frutti rossi e foglie "!
Veramente grazie per questo acuto interrogativo sul genere e sull’essere umano o su cosa sia essere, che è poesia,senza ombra di dubbio!

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