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al testo di Franca Colozzo
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Ashraf Fayadh è il mio nome
Ashraf Fayadh è il mio nome. Mi rivolgo al tribunale di Dio, non a voi infedeli servitori, che per un barile di petrolio vendeste l’anima al demonio.
Al tribunale di Dio vi presenterete nudi, senz’armi e orpelli senza le spoglie mortali di protervi padroni.
Ashraf Fayadh è il mio nome. Percorre la memoria mia di Felix e Magna Arabia le vie carovaniere tra sabbiose dune odorose di spezie, or sparse d’oro nero in pozze.
In nome della religione, condannato fui senza ragione soltanto per essere un vate, la cui voce s’alzò forte contro nuova schiavitù e morte.
Ashraf Fayadh è il mio nome. Del mio canto la Libertà vola su invisibili ali per scuotere le menti dei potenti orbi e schiavi d’arricchiti truci e ignavi.
Al tribunale di Dio l’anima mia, rincuorata dal corale abbraccio d’uomini liberi mossi a pietà, sugli abissi si libra in alto senza materico intralcio. Ashraf Fayadh è il mio nome.
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Franca Colozzo
- 14/01/2016 09:43:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
Grazie, Franca Alaimo. In effetti mi sono immedesimata nel poeta e nelle atrocità cui è sottoposto e che purtroppo, conoscendo i Sauditi, lo condurranno a morte certa. La libertà di parola sidentifica per me con la stessa vita, contro ogni sopraffazione, mercificazione e schiavitù delluomo.
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Franca Alaimo
- 13/01/2016 17:37:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
E interessante questa identificazione della poeta Colozzo con il poeta condannato a morte, perché è come se ne portasse il peso, il dolore ella stessa. Ed è anche segno del suo sentire i poeti come una grande comunità cementata dalla verità della Poesia.
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