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al testo di Silvana Sonno
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Il tuo arco è tra le nubi, antico signore della vita
hai deposto la tua ira e acceso una promessa: mai la terra sarà distrutta per tua volontà ma hai scordato di disarmare la tua specie eletta dio degli eserciti, e tra le nostre dita corre il sangue di molte generazioni, e il suo odore aspro dolce e pungente piace al tuo popolo e chiede altro sangue sempre, meglio se giovane e fresco e strappato con vile voluttà. Hai rinunciato per sempre al tuo arco, signore ma noi, frecce puntate contro il centro della vita stessa, siamo ancora i tuoi eserciti schierati senza freno di parola o pianto cuori duri, infelici, e fronti rese ottuse dal dolore chiudiamo lo sguardo all'innocenza affondiamo dentro il gorgo del rancore agiamo la tua vendetta antica, contraffatta da voglia di giustizia e libertà. E io attendo, attendo che deponiamo finalmente l'ira e brilliamo anche noi tra le nubi del cielo di mille luci, che non devastino e sconvolgano e prosciughino nel fragore e nell'odio quel che resta dell' umana sorgente dell'amore, tra noi e questa terra ferita che ci alberga. Il tuo arco è nel cielo,signore ma il cielo s'allontana piangente né può spegnere i fuochi che incendiano cuori e menti del tuo popolo, scelto a una alleanza nuova con la vita a una promessa da subito tradita e il grande arco nel cielo e i suoi vivi colori presentano il conto d' una cieca violenza che infrange il patto antico stipulato con te il sogno della pace inscritto nel tuo segno, luminoso e incompreso, mentre gode della tua impotenza, usurpato dio dell'amore. |
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