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Aguardiente - Ritratti caraibici

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NIÑA DE FUEGO

 

Niña de fuego! Niña de fuego!

Lascia nel cielo scia di fiamma;

cammina veloce Niña de fuego

la frena il palmo del caro fratello;

vola Niña de fuego nel nido di mamma:

come un uccello!

 

 

IL SIGNOR L

 

Le nuvole indorano il crespo,

ogni sorta di diamante ruota

fra le sue dita;

in piedi il Signor L guarda tutti

più elegante della luna.

 

Sbatte le ali ma non vola,

nei capelli banchettano i pidocchi!

Il Signor L si dipinge da una sedia:

apre le penne nel circo dell’aria,

denuda il vento con le sue ciglia.

 

 

MINISTRO

 

Ministro aggiusta una macchina,

lascia un’altra accesa.

 

La camicia a quadri blu pulita,

profuma di sapone cotto sotto la tiepida

brace di febbraio. Aspetta le api.

 

Ministro aggiusta una macchina,

lascia un’altra accesa.

 

Si sveglia col mare come un’onda canuta,

amichevole conduce i suoi passeggeri.

Si stendono le chiavi sulla sera.

 

Ministro aggiusta una macchina,

lascia un’altra accesa.

 

A casa l’attende

la radice nuda d’una rosa assetata,

con quindici petali.

 

Ministro aggiusta una macchina,

lascia un’altra accesa.

 

 

GREGORY

 

Gregory era un albero.

Contava le ore:

punto nero nel giorno,

pupilla della notte.

 

Gregory vende empanadas.

Conta le banconote:

punto nero nel giorno,

pupilla della notte.

 

 

ABUELO

 

Camicia ocra con finissime righe bianche,

il corpo interamente sudato, magro

come un duro ramo sotto il sole,

ottantadue anni:

Abuelo arriva da lontano.

Vive in campagna,

la sua casa cade in pezzi.

 

Un tempo portava sempre con sé una cassa

di melanzane, manghi e pomodori;

ora non più: aspettava per ore 

il povero vecchio prima che io gli aprissi!

Tornerà anche domani, non per l’acqua,

il caffè o un sorriso, 

ma per pochi pesos.

 

 

EMILIO

 

Emilio viveva in un buco;

pregava.

Vi mise un letto, poi una donna,

infine un bambino.

 

Emilio lavò il suo abito elegante

e la camicia bianca da cristiano,

in un pomeriggio di silenzio

e speranze:

un pomeriggio di abbandoni

e scarpe nuove.

 

 

È DIETRO L’ILLUSIONE CHE A VOLTE SI NASCONDE LA BELLEZZA

 

È dietro l’illusione che a volte

si nasconde la Bellezza.

Non chiedono permesso

le tue lacrime;

non chiede permesso la felicità.

 

Monumento di cristallo, lineamenti

di riflessi, davanti l’illusione;

è dietro che noi stiamo, mia cara,

te lo dico ancora:

– Non chiedere permesso!

 

 

LA DOMENICA

 

La domenica s’immola ai baci;

sola, taci, aspetti il tuo amato.

Promesse domenicali, carezze d’arena

sott’acqua; scivolano certezze

fra il suo siero:

con quel bacio su tre gambe

ed una, in mezzo agli occhi.

 

 

LA LOMA

 

Accendono e spengono i motori

nella stretta salita,

le amiche camminano in coppia

con i volti sorridenti;

tutti vendono, comprano;

salgono e scendono dai marciapiedi,

dalle scale, i bambini scalzi;

la musica esce dai colmado,

più il sole si spegne più forti

si fanno i richiami, le chiacchiere,

il vociare: la sera apre i polmoni

del barrio della Loma.

 

Una piccola finestra

al terzo piano con una luce:

le fessure semiaperte

s’un letto rosa da principessa.

Lei è raccolta sulle ceneri del giorno

sotto la coperta ocra

nella bocca dell’amato. E conducono

le dita

gli occhi d’antilope

in uno stagno d’acqua lucente.

La sera nasconde gli amanti

del barrio della Loma.

 

 

YLANTAFORA

 

Atlanda ylia mata

Lettinia ynanda adnály

Ylantafora nata lea

Mátara atla ylanda. 

 

 

ISOLA

 

Vorrei addormentarmi un giorno

e svegliarmi all’atterraggio

poi, addormentarmi un giorno

e svegliarmi all’atterraggio,

e ancora, addormentarmi un giorno

e svegliarmi all’atterraggio.

 

Vorrei che il tempo impazzisse:

per poterti vivere, rivivere,

e vivere di nuovo,

isola mia.

 

 

 

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