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al testo di Emilia Filocamo
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Sono stata triste per molto anni. Ho guardato i balconi, inviato gli occhi a spiare le vite altrui, le palme, l'onestà e la correttezza di questo o quel lungomare. Per molti anni ho versato di me sangue ed ossa, e questo in ceste già piene o forate irreparabilmente; un tessuto malato, rappezzato dal principio, lascia sempre al fondo una cancrena, un morire silenzioso. Oggi sono un giullare, sono giocoliere e fantasista, sono mago e comico. Ma non più una marionetta. Tirati i fili e spezzati, fui accasciata e spinata, disossata, spiumata. Sono stata triste per molti anni. Quelli che ho consacrato e issato, credendo di vincere la fossa con la bandiera. Ma oggi so che non è più mio questo allunaggio se sono ancora un volo, uno spillo nell'orbita, la ciglia estratta, sorte d'autunno, che si inventa ago. E pungola fastidiosa la culla che prima ombreggiava. |
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