LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Ivan Pozzoni
|
|||
Questa sera il lago Maggiore sembra un giubbotto a prova di coltello, da indossare negli innumerevoli momenti d'attesa, nelle innumerevoli nottate d'angoscia.
Davanti a un calice di Porto Delaforce dimentico i miei affanni scapiglio, selvatico, l'idea del ritorno ad occupazioni micidiali, ineffabili, inafferrabili come banda sbandata di montenegrini, mentre fuori, col buio, si cancellano i ricordi di te, Venere di Cannobio, amore mal digerito, in insane giovinezze; e la batteria del portatile che svanisce, portando con sé parole, pensieri, omissioni, i morsi del cobra, forse, un'altra poesia.
Niente di male, niente di immortale, ma, ridendo, brindiamo all'eremo, al silenzio, senza strozzarci, senza tossir sul video saliva, e mondi marci.
[Mostri, 2009] |
|