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al testo di Adielle
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La scansione metrica riporta il contagio tra le virgole usa e getta la diafana presenza della coltre cui si appoggia l'ascendente parabola della nebbia da capo a coda sfata il sortilegio della matita che danza implacabile sulla carta come schiuma di mare senza che s'assopisca nel verso il suo vettore confusione voluta dalle dita prima che la trama tessuta mostri la faccia buia della pelle lividi attraverso i buchi delle stelle parole prive della disciplina che le cosparse d'imbrunire prima che venissero pronunciate e la tua voce, archivio vivente della terra, sotterfugio umido alla parabola, rende materia l'energia che galoppa tra lo sterminio delle spore e la nascita della prima cellula a memoria d'uomo quando si contrae lo spazio ti prende la fame e vaghi nella notte in cerca di scudi vulnerabili ai respiri di donne compiacenti dai sorrisi senza denti di cani bastonati dai latrati lontani di altri cani senzatetto la paura dei morsi rende fiato alle tue ginocchia la tua vista s'assottiglia è una lama un amo color del vento un inesplicabile desiderio di morte apnea nell'ellissi dell'io riflessioni scongiurate fuori tempo massimo spengo la sigaretta e vado via lasciando i miei occhi nello specchio.
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