Poi, di notte, nel mio letto, mi cucio addosso incubi di stagno ad occhi chiusi
mai più me li baci, la tua lingua politica, il senso delle cose
un cerchio sfocato, i suoi piccoli raggi, l'artificio didattico di un balsamo per capelli, profumo lontano che confonde le mani sul cuscino
così rimani a farmi compagnia mentre degrado dalle colline inseguito dal diavolo
a fari spenti sulla nostra corsia.
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Lorenzo Mullon
- 20/02/2014 13:49:00
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Galimberti mi ha un po’ deluso, l’ho fermato prima del Ponte dei Pugni, chiedendogli se voleva sentire una poesia, ma ha tirato diritto... Peccato. Non me la prendo, eh, chissà a cosa pensava
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Adielle
- 20/02/2014 10:15:00
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Grazie dei preziosi passaggi, la natura dei sogni (e degli incubi) mi diceva ieri un Galimberti un po’ accaldato dal dislivello di un’intervista di cantiere, ha a che fare con la follia. Ecco, follia luogo dei sogni mi piace molto.
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cristianafschr@gmail.com
- 19/02/2014 19:08:00
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bella! (ma a me piacciono le cose brevi...)
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mareaperto
- 19/02/2014 11:25:00
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Pesa la notte se di colpo appare semaforo; tutte le volte, tutte le sante volte che qualcosa qualcuno disinstalla la rotonda abituale.
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Lorenzo Mullon
- 19/02/2014 07:58:00
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Sì, diamo una sostanza minerale ai nostri sogni, mettiamo la corazza agli incubi, non sopporto più le visioni sfumate, persino il degradare dalle colline ha un sapore di nube metallica spinta da un vento a maglie di catena
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