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al testo di Adielle
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Chi avanza pretese sulle tue cosce tese e il tribunale dove giustizi le parole sulla voglia di vivere che ti conduce dove vuole? La mente non registra che apparenze potrai disfarti del mio corpo una volta che avrà raggiunto un peso che potrai sollevare e la forza delle tue braccia sarà una vestale che celebri il rito di una degna sepoltura. Che ti fa paura, lamina fioca o superficie del mare quando l' onda ti abbassa la cresta? E quando tutta la spiaggia ti sta a guardare culo e seno e nessuno sente una parola farsi desta. Ti metto alla destra del padre come una culla di Gesù ubriaco di vertigine la mia voglia di andar giù perchè come puoi vedere non muoio dalle voglie ma resisto come a casa mia fossi a casa del mio padrone la gente parte per far fortuna lontana è la tua terra ogni volta che fischia il treno mala guerra conduci se non sei terrena e la stagione ritarda all' ombra-fiotto di ogni vena. Ci vogliono le maniere forti idrocarburi di massa digiuni all' ultima danza e tasche vuote per mettersi in cammino senza piegarsi alle lunghe distanze e tenere il passo di un' intuizione di felicità che scandisca il ritmo di gara o la sveglia del mattino.
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