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al testo proposto da Alfredo Rienzi
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PLUMELIA L’arbusto che fu salvo dalla guazza dell’invernata scialba sul davanzale innanzi al monte crespo di pini e rupi – più tardi, tempo d’estate, entra l’aria pastorale e le rapisce il fresco la creta grave di fonte – nelle notti di polvere e calura ventosa, quando non ha più voce il canale riverso, smania la fiamma del fanale nel carcere di vetro e l’apertura sconnessa – la plumelia bianca e avorio, il fiore serbato a gusci d’uovo su lo stecco, lascia che lo prenda furia sitibonda di raffica cui manca dono di pioggia, pure il rovo ebbe le sue piegature di dolcezza, anche il pruno il suo candore.
Plumelia, Scheiwiller, 1979 |
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