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al testo di Alfredo Rienzi
J. G. a sua figlia Miriam
J. G. a sua figlia Miriam
Che tu possa attraversare questo campo d’oltretempo e di spinosi avanzi di frammenti dello specchio che indivisa ridava l’immagine
così come io ho potuto, ché ho tramutato in leggerezza la gravità la rossa stilla delle ferite in acqua colorata l’oscurità dell’abisso nella bianca piega della tua mano.