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al testo di Amina Narimi
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L’avvio della folata è una voce che annega anche il tempo. l’abbrivo del pianto in salita ferma i polmoni una zampa scesa giù nella neve Alifib sepolto nel petto tra le costole e i rami regge il silenzio -dal mio atrio al suo- come bende avvolge il domani -il mistero del viaggio in avanti- il candore di una presenza mai vista cola e si espande un respiro speciale dove la terra veniva su nera sulle tempie. s’intride di luce il preludio alla discesa. Finisce qui il mondo a me conosciuto. Come sott’acqua il palombaro nelle corde azzurre sotto la pelle dentro un canto a dirotto, improvviso "Alifi my larder Alifi my larder" a credere piano che passa che dove fa male carezza e cresce imparando lo sguardo la vista -non dalla luce che l’occhio pretende-
Seguo le tracce nell’erba dei cervi dove sdraiano a sera gli occhi gonfi di chiaro un giro lento l’incedere un filo di canto alla gola Vieni più vicino a vedere come una donna mandei si stringe a raccogliere il limo sul greto del fiume nell’ansa del ventre ricostruendo quel nome la forma del tempo dove riemerge. A.Life
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