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al testo di Amina Narimi
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Sono passata nel tempo di due vetrine all’ingresso bussolotti di sabbia, le forme dei sassi dei cristalli di metà mondo ogni suono caldo Nei calici fragili dita ridisegnavano l’uno nell’altro –loro- viaggiando. Lui ha raccolto meno mari di bicchieri Lei viaggiava di più.
Prima della cucina abbiamo pianto dentro l’ombra più ampia del mare terribile più dei vetri rotti verso il mondo dell’Altro Lato.
moratoria nella tiepida sorgente coi pesci rossi umida e segreta tra il canneto. senza altra pena un appiglio : -potremmo andare Noi a prendere la sabbia che manca dai luoghi dei bicchieri dell’Est-
Ho sognato tua madre -sai- di farmi trovare per primo con le pietre migliori negli occhi all’ultimo viaggio volevo tenere per Lei …
Non saremo mai pari. Ingannava il tempo che resta nel viso mettendo avanti la sua bellezza guerriera al dolore tintinnante là fuori. al freddo.
Col cibo semplice delle mani oggi per qualche motivo ti ho trovato a Istanbul- ci siamo immaginati- abbiamo preso Fiato.
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