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Il prezzo da pagare


In un grande prato verde, un grillo si confondeva col suo colore. Le sue zampette uncinate, s’aggrappavano agli esili fili d’erba che fungevano da liane. Poco distante c’era una margherita che aveva appena aperto la sua corolla bianca ai raggi del sole che la riscaldava. Il grillo stava per spiccare un salto per raggiungerla, quando frenò il suo slancio poiché fu preceduto da una stupenda farfalla che gli prese il posto, coprendo con le sue ali fragili e variopinte, tutto il fiore.
Il grillo soggiogato dalla sua eleganza e bellezza, rimase ad ammirare la livrea della farfalla che, nel suo insieme, sembrava un bouquet multicolore che irrompeva nella monocromia del verde prato.
Le sue ali come leggeri ventagli, s’agitavano permettendole di fare di tanto in tanto surplace, le sue zampine fragili sottolineavano ancor di più l’eleganza della sua bellezza. Dopo un breve riposo, sul cuore giallo della margherita, la farfalla spiegò le sue belle ali e si levò in volo. Il grillo che era rimasto nascosto ad ammirarla, si specchiò in una goccia di rugiada e, amaramente, si rese conto del suo aspetto che differiva molto da quello della bellissima farfalla. Poi disse fra sé e sé:
“ La natura però è ingiusta, io così brutto, con un naso che prende tutta la faccia, e due occhi sbozzolati ricoperti da due piccole persiane, con un corpo grosso e goffo su due zampe lunghe e mingherline come trampoli pieghevoli, e come se non bastasse, le ali, sì perché ci sono le ali che sono nascoste, talmente sono brutte, sotto due code obsolete di un vecchio frac. Senza dimenticare questo colore è quasi sempre verde o marrone, tanto da farmi confondere con i campi, così nessuno mai si accorgerà che esisto!”
Intanto, la farfalla volava col sole che le illuminava le ali, quando un signore, che camminava sul bordo del campo, munito di un retino, attirò l’attenzione del grillo che smise di borbottare per guardare l’uomo che a lunghi passi, aveva già raggiunto la farfalla. Spensierata la povera sprovveduta, volteggiava nell'aria. Il grillo, rimase nascosto mimetizzandosi fra l’erba e impotente, assistette alla cattura della bella farfalla che, finita prima nel retino e poi nelle mani dell’uomo subì un orribile destino. Il suo gracile corpo fu trafitto da un abominevole spillo e con cura, fu deposto, ancora agonizzante, in una scatola. Il povero grillo atterrito da tanta crudeltà, suo malgrado, si sentì pervaso da un senso di contentezza per essere stato creato così com'era da madre natura, e pensò che infondo, era meglio non essere troppo belli. Quel che era accaduto alla farfalla gli aveva fatto capire che per tutto c’era un prezzo da pagare, anche quello della notorietà e della bellezza che a volte, si trasforma in oggetto del desiderio e suscita gelosia ed invidia, da parte di chi, come il grillo, non si sentiva di pari bellezza.

08/03/2015

 Anna Giordano - 28/11/2017 23:12:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]

Ti ringrazio Arcangelo per questo bellissimo commento, e per il tempo che dedichi ai miei scritti.
Mi scuso per non averti ringraziato prima, ma il tempo a mia disposizione è minimo, purtroppo!
Rivenendo a quanto hai espresso in relazione al mio racconto lo condivido pienamente poiché in sintonia con ciò che ho voluto, attraverso la storia, raccontare in maniera metaforica, se non altro, per meglio esporne il concetto che, tu, hai arricchito con le tue profonde riflessioni.Grazie infinite per la tua gentilezza e attenzione. Possa per te la sera, essere foriera di nuove ispirazioni nell’arte dello scrivere per raggiungere i traguardi sognati.

Buona notte.

 Arcangelo Galante - 27/11/2017 20:04:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Una didascalica storia, costruita con ridondanza di espressioni e descrizioni, che risultano spontanee e per nulla artificiose. Il senso, appare essere proprio questo: nella vita, si paga il prezzo per ogni cosa e l’unica libertà, talvolta, risiede nello scegliere quale prezzo vale la pena d’essere pagato. Una ricchezza di agilità e volteggi liberi ed una bellezza strepitosa da sfoggiare, che si pagano con la solitudine e l’invidia degli altri, in quanto incapaci di gioire per un altrui felicità e diversità. Una libertà nel vivere, stroncata da un mondo che opprime, pagata con il necrologio di una farfalla catturata, per essere forse collezionata, spinge pure a soffermarsi sulla figura del grillo, scioccamente invidioso, attirando l’attenzione di chi legge, sull’angoscia procurata all’animaletto, dopo la tragica scoperta. Ben scritta, m’auguro venga apprezzata anche dagli edonisti e da quanti primeggiano per l’acquisizione di una agognata vanità, in alcuni casi, pagandone un prezzo davvero alto. Valido il finale, ben congegnato, ad incoronare l’emblematico messaggio, insito nel dipanarsi dell’episodio narrato. Un bel racconto, cara Anna, con una riflessione amara sulla vita.

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