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Tra Guermantes e Méséglise

Ognuno tra Guermantes e Méséglise

si muove nel suo viaggio in verde età

nel mondo, per lui quello delle "églises"

di famiglie di mamma e di papà.

 

Sempre è nobile una più dell'altra,

più povera, operaia o più borghese:

il bimbo non sa sceglier l'una o l'altra,

sballottato si sente tra due chiese.

 

E a domanda che a volte egli riceve,

"Vuoi più bene alla mamma od al papà? " ,

risponde "A tutti e due! " , ma sempre deve

far conti con dissimili realtà.

 Franca Colozzo - 16/03/2018 23:14:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Grazie Antonio. In verità, ho appreso qualcosa di più su Proust e su La Recherche. Un lungo cammino che ci porta ad esplorare, anche per merito della tua poesia, le variegate sfaccettature dell’opera proustiana. Mi piace particolarmente la chiusa con quella domanda, da me sempre osteggiata, al bambino. Mi chiedo spesso perché gli adulti siano così sadici con i piccoli proponendo sempre questo lacerante quesito. A me dava molto fastidio. Comunque al di là di tutto, sto imparando molte più cose su La Recherche e di ciò ringrazio te e la Redazione, che ha messo a nostra disposizione questo sito. Buona notte.

 Antonio Terracciano - 15/03/2018 23:51:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

L’interpretazione di Franca Colozzo è in perfetta sintonia con ciò che volevo esprimere con questa poesia. Non è la prima volta che cerco di rendere omaggio a questo sito, che si chiama "La Recherche" , con qualcosa che ha a che fare con Proust. Si era presentato in testa (come quasi sempre mi succede) solo il primo verso, "Ognuno tra Guermantes e Méséglise" : mi suonava bene ma, per ricavare una poesia, dovevo "ricercare" l’argomento di cui parlare, e così mi è sembrato naturale affrontare la situazione del bambino piccolo che, anche senza dirlo apertamente, si pone tuttavia quella domanda ( "Ho preso più da mio padre o da mia madre? " ); a me succedeva da piccolo, e intuisco, dal suo commento, che questo dilemma abbia sfiorato un tempo anche Franca.

 Franca Colozzo - 15/03/2018 20:11:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Antonio, questa tua erudita poesia che scava dentro l’opera di Proust m’induce a delle riflessioni sulla sua voluminosa opera, in cui il narratore ritrova il Tempo, scopre di essere artista, si mette a scrivere, riscatta la sua vita, etc. Si potrebbe gioire di ciò, perché è come il finale dei film americani: "E tutti vissero felici e contenti". Ma il famigerato Tempo perduto non può essere ritrovato e, secondo Samuel Beckett (1931), può essere solo cancellato per qualche istante. L’impressione che il Bene trionfi è l’illusione che Proust, lui stesso disincantato, vuole offrire al lettore. Perché ho fatto questa premessa? Tu affondi le radici di questa lirica ne "La Recherche du temps perdu", in cui è palese la dicotomia tra la costiera di Guermantes ed il suo contraltare, quella di Méséglise, tra la presenza aristocratica nella prima, in opposizione all’altra, proletaria o borghese. Ora se ci mettessimo nei panni di un bambino, sballottato nell’una o nell’altra, a seconda delle condizioni economiche della sua famiglia, ci troveremmo forse in crisi profonda su quale delle due sia da preferire. Ancora non essendo egli consapevole delle strette maglie della società e vivendo nel limbo dell’ingenua infanzia, rimane perplesso di fronte a siffatta domanda. Il ragazzino non comprende affatto, così come quando, alla stessa stregua, gli viene chiesto se vuol più bene a mamma o a papà. Io la detestavo quella domanda e, al pari del bimbo, per non offendere nessuno, rispondevo: "A tutti e due!". Ho trovato originale questa tua poesia. Ti auguro una buona serata.

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