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al testo di Maria Musik
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(Un ringraziamento a Pietro Menditto che, con la sua poesia, mi ha permesso di aprire il cuore al ricordo) La sigaretta che posi furtiva nel taschino Del tuo bel vestito/sudario? La stessa che ti lasciai, In barba al ringhio del cane da guardia, Perché potessi prosciugarla Quando la certezza della morte Ti avesse raggiunto. Ma insieme alla certezza, giunse il dolore E l’agonia di sangue. L’anelata paglia restò Beffarda Sul tavolino accanto alla tua bara aperta. “Non mi avrai, non m’ inghiottirai Inghiottito, tu per primo, dalla terra dei campi!”. Così decisi, mio Faraone, che me e lei avrei sigillato nella medesima sepoltura. Unii, sopra il tuo cuore, La mia foto e la bionda amante. Se sei dove credevi di andare Ora, mia madre, può riannusare vogliosa il tuo odore maschio di fabbrica, colonia e tabacco. Sto qui che fumo E osservo le cineree volute Salire al cielo Come una santa imprecazione. |
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