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Auguri, padre!

(Un ringraziamento a Pietro Menditto che, con la sua poesia, mi ha permesso di aprire il cuore al ricordo)

Chissà che fine ha fatto

La sigaretta che posi furtiva nel taschino

Del tuo bel vestito/sudario?

La stessa che ti lasciai,

In barba al ringhio del cane da guardia,

Perché potessi prosciugarla

Quando la certezza della morte

Ti avesse raggiunto.

Ma insieme alla certezza, giunse il dolore

E l’agonia di sangue.

L’anelata paglia restò

Beffarda

Sul tavolino accanto alla tua bara aperta.

“Non mi avrai, non m’ inghiottirai

Inghiottito, tu per primo, dalla terra dei campi!”.

Così decisi, mio Faraone,

che me e lei avrei sigillato

nella medesima sepoltura.

Unii, sopra il tuo cuore,

La mia foto e la bionda amante.

Se sei dove credevi di andare

Ora,  mia madre,

può riannusare vogliosa

il tuo odore maschio

di fabbrica, colonia e tabacco.

Sto qui che fumo

E osservo le cineree volute

Salire al cielo

Come una santa imprecazione.


 wolf - 22/03/2011 18:42:00 [ leggi altri commenti di wolf » ]

Maria è meraviglioso, mi hai fatto commuovere...

 Emanuele Di Marco - 21/03/2011 19:05:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

la forza espressiva della tua evocazione (o invocazione?) mi ha profondamente commosso.
così come la tua voce composta e addolorata.
insieme al fumo della sigaretta, salgano anche i miei di auguri.
chè il mio cuore afasico, ora, non sa in altro modo che con la preghiera esprimersi.

 Sonia - 21/03/2011 10:26:00 [ leggi altri commenti di Sonia » ]

Ciao, mi sono permessa di leggere con emozione infinita questi tuoi versi. Questa tua poesia e l’"Elisa" di Repetto sono musica per il mio cuore.

 Fiammetta Lucattini - 20/03/2011 18:24:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Potrei dirti che l’asciuttezza dello stile ti eleva poeticamente, ma altri hanno parlato con rispettosa competenza. Preferisco con te ricordare e celebrare, senza lacrime ma col cuore lacerato, l’arrivo della primavera. Lui ne sarebbe contento.

 Franca Alaimo - 20/03/2011 00:55:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Una poesia dedicata al padre senza ombra di retorica! Sebbene la memoria sosti proprio sul momento del trapasso, a vincere è l’immagine di un uomo che ancora profuma di vita, tanto che l’immaginato ritrovarsi, nell’aldilà, dei genitori sembra piuttosto un primo incontro molto terreno.
Il testo ha lo stesso sapore maschio del tabacco, forte e deciso.

 ro. per. - 19/03/2011 22:13:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

Per amor dell’italiano: pare si dica "pudichi" e non, come ho frettolosamente scritto, "pudici". :-)

 ro. per. - 19/03/2011 19:04:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

Ho dimenticato di dire che questa poesia letta in questo momento, è bella e asciutta, e chiama a sentimenti sobri e profondi, pacati e intensi, come spesso sono quelli dei padri.

 ro. per. - 19/03/2011 19:00:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

Viva le sacre imprecazioni dei padri, spesso unica voce per incomprensibili e profonde disperazioni, e sempre nascoste da timidi e pudici sorrisi.

 Nando - 19/03/2011 15:07:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Bella. Se posso azzardare l’impressione che ho ricevuto, mi ha ricordato la scrittura "kerouacchiana".

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