Le persone serie – il tè “completo” – i calzini – il pelo delle donne – le false bionde – il mito dei viaggi – lo storicismo – gli astemi – le canzoni napoletane – i furbi – i delitti per onore – le scarpe a due colori – il galop finale – il titolo “dottore” – i “tartufi” di ogni genere – le metafore mitologiche – i berretti baschi – i permalosi – gli inquadramenti storici – la pegamoide – l’odore di fritto nelle fiere rionali – i libri noiosi – i presepi napoletani – i film documentari – le campane, specialmente di rito ambrosiano – le angurie, i cetrioli, le melanzane – le barbe da profeta – le poesie dialettali – la costellazione d’Orione – il raglio dell’asino – i giardini d’inverno – i puristi – i vini dolci – i numeri che finiscono col 7 – i soldatini di plastica – i calzoni larghi – i genitori di bambini straordinari – l’organo e la cornamusa – gli zingari – le conversioni religiose degli uomini celebri – la pittura pompeiana – le maschere dei clowns – le barzellette – quelli più bravi di me – quelli che odiano i profumi.
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Guglielmo Peralta
- 03/04/2011 16:51:00
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La banalità, cara Lorena, non è mai delle cose, ma degli uomini, anche dei poeti "non puri"
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Lorena Turri
- 03/04/2011 15:11:00
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@Guglielmo, non tutti i poeti, benché poeti, sono anime pure!
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Guglielmo Peralta
- 03/04/2011 14:51:00
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Canzoni napoletane, presepi, film documentari, giardini d’inverno, costellazione d’Orione, organo e cornamusa...non sono certo cose usate e abusate in poesia. E anche se lo fossero, proprio in quanto usate dai poeti, non sarebbero mai banali. Non si fa un’analisi della società elencando ciò che si odia! Buzzati resta un grande, al di là di questa "ironica" confessione.
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Emanuele Di Marco
- 03/04/2011 11:03:00
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grazie Lorena: hai espresso esattamente quella che è anche la mia lettura delle parole del mai troppo rimpianto Buzzati. non posso far altro che sottoscrivere il tuo commento, sottolineando che la cifra di questo autore è proprio nell’analisi acutissima della società (a volte, tramite il paradossale o il grottesco).
e poi, no, davvero, non volto le spalle a nessuno, nè mi nascondo per una presunta bruttezza: guardo, invero, mi affaccio alla finestra, scruto lontano in cerca di qualcosa... forse con una certa timidezza, per un naturale riserbo, non altro...
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Lorena Turri
- 03/04/2011 10:23:00
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@Guglielmo non sarà che a volte si arriva a detestare (mi sembra un termine più appropriato per le "cose")certe cose perchè talmente abusate dai poeti nel tempo(e dagli scrittori più in generale) sino a renderle banalità? Ma non solo dai poeti. Leggo in questa lista di Buzzati un’analisi della società, degli stereotipi ad essa collegati e una grande ironia.
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Guglielmo Peralta
- 03/04/2011 09:59:00
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Come si fa ad odiare cose che hanno dentro o che ispirano poesia come, ad esempio, le canzoni napoletane (quelle classiche), i presepi (napoletani o non), certi film documentari, dove è protagonista spesso la natura, la costellazione d’orione, i giardini d’inverno, l’organo e la cornamusa?
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pietromenditto
- 03/04/2011 09:38:00
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Come si fa a odiare il pelo delle donne? Forse voleva intendere i peli nei posti non graditi, come sulle gambe, p. es., ma il pelo, inteso come quello che sta dove l’evoluzione lo ha lasciato, quello nessuno ce lo deve, non me lo deve togliere nessuno. Viva il pelo, per tutti i secoli dei secoli.
P.S. Caro amico Di Marco, perché ci da le spalle? Tutti i volti sono belli (pensi ad Auden e a Bukowski, p. es.). Noi siano belli solo quando ci mostriamo per come siamo. La prego, non ci volga più la schiena.
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