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al testo di Bianca Mannu
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Erma
Come un’erma bifronte fai già parte del mito - de materializzato
E qui dove io sto – qui tu compari senza restare – qui - dove a dirotto piove Qui il mare è solo un fiume grigio Su questa traccia oppressa dalle nuvole -simili a scarabocchi mobili- uccelli di palude cercano il vento tra i rari singulti della pioggia
Taluni miei pensieri e certe immagini tue si tengono per mano senza volersi bene
Attraversano la mia abitudine -oggi così sapida di fango- da passeggeri ordinari serrati nei loro vestimenti scoloriti per l’uso e l’abuso della mala ora Scontano in spettrale pacatezza la condanna per frode alla vita Né fremono ai soprassalti d’acqua sulla capote dell’auto parcheggiata
Come un guscio questa mi contiene e chiude anche me nel qui stralunato - rastremato in una quiete artificiale.
Me che niente aspetto - se non che spiova e si plachi - nella ripresa del fare - questa proiezione di ghiribizzi e irragionevoli memorie di te - che si spiaccicano e si deformano fluendo - con le gocce - sul parabrise.
E qui - davanti al mio sguardo erratico - raccolte in rivi gonfi di mestizia scivolano come se l’acqua infetta dei ricordi potesse tramutarsi in pianto irrefrenabile e puro
Un gelido umidore trapassa con uno scatto - invece - le lamiere …
Ma io sto già dove il sereno irrompe. |
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