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al testo di guido brunetti
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Medico Il medico, secondo Galeno, deve essere "medicus amicus, medicus gratiosus e medicus philosophus". Il rapporto medico-paziente è alla base di ogni terapia La prima di tutte le cure suggerite da Ippocrate, il padre della medicina, è la "parola". Le parole, gli sguardi, i volti, la voce, i silenzi, la gentilezza, la giovialità del medico sono portatori di cura e in grado di fare del bene. Le parole infelici possono- scrive Eugenio Borgna- "causare" ferite che "sanguinano" e che "non si cicatrizzano più". Contano le parole, ma anche il "modo" in cui si dicono. Occorre poi saper ascoltare. Ascoltare il paziente, che vive "la disperata attesa di un aiuto". L'aiuto di "una parola, di uno sguardo, di un sorriso, di un gesto, di un saluto, di una semplice stretta di mano" (Borgna).
Non c'è dunque cura, cura dell'anima e cura del corpo, se non è "intessuta" di bontà, saggezza e gentilezza. Che sono fattori fondamentali per immedesimarci nella sofferenza e nella interiorità degli altri. Il medico non deve pertanto mai dimostrare impazienza, noncuranza, indifferenza, aggressività e disattenzione. Soltanto in questo modo, egli può realizzare compiutamente la sua vocazione umana e professionale. Guido Brunetti
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