IL DOLCE RISVEGLIO
Il caffè ancora fumante sul comodino, una voce antica e oramai nota che t’invita ad alzarti dal letto, un raggio di sole che filtra educatamente tra le fessure della persiana semi abbassata e le vecchie ciabatte che attendono fedeli come sempre. Sul davanzale due colombi che, con fare monotono tubano indisturbati dal tuo risveglio, qualche bambino che scende le scale di antica pietra, qualche cane che abbaia al nuovo giorno incipiente, qualche motorino che profana l’isola pedonale del centro storico, e le ciabatte che attendono i tuoi piedi accarezzandoli quando componi poesie.
Catello Nastro
DEDICO QUESTI VERSI A TUTTE LE POESIE SCRITTE COI PIEDI
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Franca Alaimo
- 17/03/2011 21:54:00
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EW’ la poesia del quotidiano, che impedisce che le abitudine diventino cancrena per la mente. Risvegliarsi ed amare subito ciò che accade,insieme alle cose che inerti pazientano, è proprio di chi sa trovare nuova, ogni giorno, la vita,
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Nando
- 17/03/2011 20:37:00
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Poesia che mi ha toccato per quella tenerezza con cui guarda attorno a sé nell’attimo del risveglio. Forse le poesie si scrivono coi piedi o non si scrivono, poiché i "piedi" sono la misura di quanta vita abbiamo macinato; e la Poesia è sempre figlia di un (ri)vissuto.
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Lorena Turri
- 16/03/2011 20:55:00
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Io sempre coi piedi... e con l’alluce valgo e l’unghia incarnita! (ma le ciabatte a volte applaudono...) ;-)
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Loredana Savelli
- 16/03/2011 20:08:00
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Mordente! Entro anch’io nel club dei "pantofolai"...!! :))
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