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Livorno

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Livorno
malinconia di balconi
cenere di ricordi dispersi nel buio del lungo mare
la malinconia del mare stanco di sbattere la fronte
sugli scogli mesti levigati dal vento
ti pettino le dita, tra i miei capelli bruciati
dal sole di una terra lontana persa
come quello che mi resta dentro il cuore
una malinconia di pece
sui sassi sperduti nel mare
ombrelloni spogli del lido Pancaldi
l'inverno che non vuole andare via
come i miei ricordi di te su questa terra
buttata sul mare di Toscana
Se perdo quello che ho dentro
piccole foto
piccole carezze di parole che avrei voluto
sentirti dire
sul cuscino ruvido di una stanza
di Via pensieri
cercare il calore di quella pelle
liscia ossuta come il desiderio di
rivederti un tempo
se la vita non avesse preso questo corso
deviato
come l'acqua tra gli scogli
la spuma silenziosa
vergognata tra le alghe si nasconde
persa
come in questo cielo d'incubo
infinito,
madreperla come l'aria
che mi scorre nelle vene
tagliente togliendomi il fiato
di te
e ti penso e inchiodo quello
che ho ancora
di poco di piccolo
di te di noi
nella mia memoria.
il ricordo di un gatto
un davanzale vuoto
una strada assolata
lo splendore di Castiglioncello
che non torneranno più
e mi assalgono come la malinconia
di un presagio ombroso
nella calura di Agosto e settembre che verrà
i ricordi rigano una guancia
uno sfregio del tempo
lo schiaffo di due occhi duri spenti
come pece sull'asfalto.
e noi,
dove siamo?

 Gian Maria Turi - 12/06/2012 23:41:00 [ leggi altri commenti di Gian Maria Turi » ]

Un testo bellissimo! Struggente ma per niente banale, nonostante l’argomento. E un incalzare di versi perfettamente incastrati in un corpo unico cui non manca niente.

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