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al testo di Chanteloup
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Livorno
malinconia di balconi cenere di ricordi dispersi nel buio del lungo mare la malinconia del mare stanco di sbattere la fronte sugli scogli mesti levigati dal vento ti pettino le dita, tra i miei capelli bruciati dal sole di una terra lontana persa come quello che mi resta dentro il cuore una malinconia di pece sui sassi sperduti nel mare ombrelloni spogli del lido Pancaldi l'inverno che non vuole andare via come i miei ricordi di te su questa terra buttata sul mare di Toscana Se perdo quello che ho dentro piccole foto piccole carezze di parole che avrei voluto sentirti dire sul cuscino ruvido di una stanza di Via pensieri cercare il calore di quella pelle liscia ossuta come il desiderio di rivederti un tempo se la vita non avesse preso questo corso deviato come l'acqua tra gli scogli la spuma silenziosa vergognata tra le alghe si nasconde persa come in questo cielo d'incubo infinito, madreperla come l'aria che mi scorre nelle vene tagliente togliendomi il fiato di te e ti penso e inchiodo quello che ho ancora di poco di piccolo di te di noi nella mia memoria. il ricordo di un gatto un davanzale vuoto una strada assolata lo splendore di Castiglioncello che non torneranno più e mi assalgono come la malinconia di un presagio ombroso nella calura di Agosto e settembre che verrà i ricordi rigano una guancia uno sfregio del tempo lo schiaffo di due occhi duri spenti come pece sull'asfalto. e noi, dove siamo? |
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