Parlare di sicurezze può risultare complesso, pertanto cercherò di dare la mia visione personale riguardo a questo argomento. Nella vita ciò che noi consideriamo sicurezza può essere espressa solo a posteriori: la sicurezza che possiamo avere è inerente a ciò che si è già verificato, ovvero quello che ormai è entrato a far parte della STORIA. La STORIA di cui parlo è sia il passato della società/mondo/esistenza del genere umano sia quello individuale/personale/idiosincraticamente unico. (Considerando ovviamente i limiti d’anacronismo, di influenza sociale e culturale delle persone: come essi abbiano vissuto, ricordino, raccontino o leggano la STORIA.) Tutto ciò che crediamo sicurezza a priori non è altro che fede/fiducia in quel determinato evento. Attraverso le nostre esperienze possiamo cercare di predire o di organizzare situazioni future e presenti, ma fintanto che esse non si siano realizzate e concluse (e ne veniamo a conoscenza) non è possibile sostenerle come sicurezze assolute. Esaminare questa STORIA è necessario per apprendere informazioni sulla società o sull’individuo e capire (in parte) con quale visione si affronti il “divenire”. Non toglietemi le sicurezze della vita, ciò che mi è accaduto personalmente ed è accaduto storicamente, perché sono parte di me e rappresentano il modo in cui affronto il futuro nella sua incertezza.
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Stefano Colombo
- 24/01/2016 19:51:00
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domande che, per ora, non potranno trovare risposta. Credo che la ricerca e la continua spinta verso il sapere è lessenza del nostro essere. Ci poniamo quesiti in cerca della loro risoluzione, nel tempo ci si spinge sempre più in profondita: esisterà un vero limite invalicabile? Un confine delle nostre capacità? Forse alcune cose devono rimanere incerte? La conoscenza assoluta è necessaria? Dipende a cosa noi aspiriamo!
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Angelo Ricotta
- 24/01/2016 19:38:00
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Certo, anche ordine dal caos. Quel che mi chiedo è se esista un livello più profondo o più alto che ci faccia superare questi limiti. Gödel ha dimostrato che il linguaggio formale fin qui elaborato non è in grado di dimostrare certe verità. In Fisica Einstein pensava (o sperava?) che la realtà ultima non fosse indeterminata, ma la quantistica ha dimostrato che invece lo è. E se riuscissimo a capirle in un altro modo? Forse è necessario un salto evolutivo. O magari esistono nelluniverso esseri che già sono a questo livello?
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Stefano Colombo
- 24/01/2016 14:43:00
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La ringrazio per la sua riflessione e per la possibilità di discussione. "Il caso è la somma delle nostre ignoranze". Sono in parte daccordo con questa affermazione. Partendo dalletimologia del termine ignoranza (ciò di cui non si ha informazioni), basterebbe dissolvere questa ignoranza o la somma delle ignoranze per raggiungere la risoluzione del caso. Tuttavia reputo che il caso abbia quel lato ineluttabile e incontrollabile, che si chiami fortuna, sfortuna, destino: l"extra homo". Parlando di caos, cito von Foerster: "order from noise", ovvero da una turbolenza disordinata possono nascere fenomeni organizzati. Quindi da fenomeni fondati su regole esatte può nascere il caos, ma dallo stesso caos possono nascere fenomeni organizzati. Nello studio di Morin sulla complessità si afferma che "lo stesso caso non è sicuro di essere un caso", asserendo allincertezza della natura. Quindi sono daccordo con lei, dobbiamo vivere con questi limiti ed andare avanti; ma è altrattanto vero che conoscere questi limiti (o almeno cercare di capirli) può essere utile per la nostra esperienza.
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Angelo Ricotta
- 24/01/2016 00:23:00
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Cè il famoso detto "Il caso è la somma delle nostre ignoranze". E un pensiero ottimista che mi piace. Anchio spero sempre che la conoscenza ci aiuti a prendere decisioni più valide e a predire meglio il futuro. Nella realta però si annida un lato oscuro, inquietante. Le teorie del caos deterministico hanno messo in luce processi anche semplici che seppur fondati su regole esatte a lungo andare conducono al caos ovvero allimpredicibilità e questo risultato erode, anche se io credo solo parzialmente, il detto di cui sopra. Un altro colpo alla capacità della nostra ragione proviene dai teoremi di Gödel: possono esistere asserti matematici che seppur veri non sono dimostrabili formalmente. Che vuoi farci siamo costretti a convivere con questi limiti. Facciamocene una ragione e andiamo avanti.
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