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al testo di Lorena Turri
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LA VETRINETTA
Ci sono giorni squinci e morilassi, che in una scrufaldera infangoliada ti viene voglia di gettare sassi al ritmo lento e braso di lambada;
e giorni che ti senti ammeringada in una saccottiglia di collassi, che niente vale aver scarpe di Prada venuti meno, insino i primi passi.
Così che anche l’amore, se ti chiama, diventa un suono pieno di sarcasmo ferente come un’arma con la lama.
E in invernal, lapalissiano spasmo, resti a mirare muta e tautograma la vetrinetta di un banale orgasmo.
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