Fottila la poesia anzi mandala a farsi fottere, come bestia inginocchiata. Vai a pesca oggi o al bosco, a cercare il muschio per i ciclamini o semplicemente sta a guardare le nuvole senza voler dargli un nome. Fottila, che lei non ci pensa due volte a fottere te, come una fiera accovacciata, magari in un guizzo negli occhi di una trota la trota appesa all'amo che lei ti fa sentire in gola o nel cespuglio di margherite al bosco attraverso il quale si mostra. Nuda. O proprio mentre guardi le nuvole, in un nome che passa veloce. Vedi? Sei fottuto.
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Franco Bonvini
- 02/12/2017 11:33:00
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Grazie Ferdinando, io purtroppo o per fortuna non ho allergie.
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Ferdinando Battaglia
- 02/12/2017 10:37:00
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Non ricordo ora quale scrittore, forse Kerouac, scrisse "scrivi solo ciò che conosci in prima persona"; eppure la Szymborska, grande poeta del nostro tempo, scrisse alcune poesie ispirandosi a ciò che aveva letto su di un libro. Forse il punto non è tanto la via alla poesia, che rimane possibile a chiunque, l’esperienza poetica è universale nell’accesso, quanto l’esito formale di produzione che può distinguere un poeta da chi non ha (ancora?) ricevuto il dono della poesia. È nel "riconoscimento" che il lettore diventa a sua volta un poeta ("poeta dell’ascolto", disse una volta la Ferramosca durente la presentazione di una silloge del Maggiani); ciò credo valga per la musica come per le arti figurative. È la divisione in ruoli che ci ha "fregati" nella Storia (diremmo la divisione in classi sociali, se parlassimo con Marx o Lenin - sono approssimativo per ignoranza culturale).
Franco, non mi era dispiaciuta e non mi dispiace, ma ho un’allergia ad alcune parole, tra cui il verbo che tu, in senso poetico e metaforico, ha artisticamente usato. Alla prossima.
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Klara Rubino
- 02/12/2017 10:11:00
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Mica ti riferirai a me quando parli dei fiori selvatici visti solo su google, visto che ieri vi ho messo un link con immagini di fiori selvatici...era l’unico modo che ho in questo contesto per mostrarveli! Per vedere le ninfee, da bambina, scavalcavo il muro alto di recinzione di un frate cattivissimo, anche perché mi seguiva il mio gatto che poi battagliava con,e spesso feriva, i suoi conigli!:-) hai ragione comunque è dal vivo che me ne innamorai! Buona giornata Giulia!
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Giulia Bellucci
- 02/12/2017 08:44:00
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Se la poesia ce l’hai nel sangue ti tornerà sempre in ’mano’ e proverai sempre a mettere sul foglio dei versi. È vero però: la poesia va vissuta. Non potrai mai immaginare quali sensazioni ti dà rotolarti in un campo d’erba se non lo hai mai nemmeno visto. Come fai a comprendere la bellezza d’un fiore selvatico se li hai visti solo su Google. Come puoi comprendere il gelo della neve se non l’hai toccata. Ecco, le poesie più belle sono quelle che esternano il vissuto. Leopardi quante volte si sarà guardato intorno dal colle dell’Infinito, prima di scrivere quello che per me è un capolavoro. Non è Google che può sopperire a certe cose, sebbene molti pensano che possa essere un ottimo sostituto per raggiungere la conoscenza.
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Franco Bonvini
- 01/12/2017 19:13:00
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Non so.. non so chi ci mette le parole
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Salvatore Pizzo
- 01/12/2017 18:37:00
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Sinceramente, non ho ancora imparato a "fotterla".Però so quanto possa "fotterti" senza nemmeno allungarti un fiorino... Ma forse sono le persone a "fottere" e non la poesia: lei ci mette solo le parole per i versi, noi ci mettiamo gli intenti... Ciao
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Franco Bonvini
- 01/12/2017 16:34:00
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Già.
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Klara Rubino
- 01/12/2017 12:15:00
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E’ così, la poesia è quel fugace saper cogliere la vita, che ti appaga, anche se non lo scrivi!
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