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La scrittura come dovere

Sto dalla parte di chi vorrebbe ancora seminare

Nelle vite raschiate dalle lame arrugginite di riti e cerimonie

Il polline biondo, la neve scintillante e quella vertigine stellare

Che compongono remote nebulose di umana nostalgia.

Ma la storia è stata abbracciata da un tempo desolato

E l’antica sapienza mostra i tatuaggi lividi del tradimento

È morta l’allegria degli dei e la lingua non santifica più i nomi.

Si svela crudelmente la materia inerte delle cose

Dov’è il sorriso del mito che abitava perfino l’erba del fossato?

Ora è dovere, non più destino, mettere la poesia sulla bocca

Dei traghettanti  per salvare i cuori dall’oscuramento


 Guglielmo Peralta - 10/02/2012 12:50:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

La poesia è un dono da custodire e, soprattutto, da coltivare nei cuori offuscati, "oscurati" dagli occhi che non hanno imparato a sognare. Sognare è ritrovare l’amore per "l’antica sapienza", è vedere il volto della bellezza che può fecondare la terra desolata, è porre fine alla fuga degli dei, è riconoscere la vera e intima natura delle cose e ricomporre il loro legame con le parole che le nominano. Tuttavia, di questo sogno non possiamo restare spettatori. E’ ora di agire, di fare valere la visione, di passare dal puro e semplice godimento estetico alla pratica est-etica. E questa pratica è il dovere che non dobbiamo alla Poesia ma a noi stessi, è il nostro dovere essere. "Praticare" sè stessi è operare per tutti. Ognuno può essere un Prometeo per gli altri, se sa essere eliotropo e "kalosforo" al tempo stesso.

 Sara Dimatera - 09/02/2012 14:24:00 [ leggi altri commenti di Sara Dimatera » ]

Non sarò stata certamente brava come gli altri a comprendere bene la poesia,ma mi sono attenuta a quello che ho letto.
Il fare etico-estetico di cui parli è un fare soggettivo...che gli scrittori si assumono prima di tutto la responsabilità di essere uomini/donne e da questo nasce poi disciplina, impegno, libertà d’essere.
Sara

 Franca Alaimo - 09/02/2012 14:03:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Sara cara, se ti fermi al titolo, hai ragione tu; affermi una cosa che non mi appartiene e tu lo sai bene. Il titolo va letto alla luce degli ultimi due versi. E’ necessario che gli scrittori si assumano la responsabilità di traghettare un mondo oscurato ed impoverito verso un fare etico-estetico. Tutto qui. Molti hanno colto perfettamente il messaggio e li ringrazio. Lorenzo dice poi una cosa profonda: si può volare solo dopo avere imparato la disciplina.

 Nando - 08/02/2012 22:17:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Franca, non ho altre parole da aggiungere a quanto già molto bene hanno detto gli altri, e non trovo contraddizioni tra di loro, perché anche le differenze ci appartengono. Voglio solo, come "uomo di strada", dirti un profondo grazie. Per ciò che hai scritto, e ciò che, con la tua bellissima poesia, hai sucitato negli sltri commentatori.

Con affetto e stima

 Lorenzo Mullon - 08/02/2012 21:33:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Devo dire che sono d’accordo con Sara, se lo vivamo come dovere è un guaio, che pesantezza i doveri!
Ma ha pure ragione Franca, a ricordarci la necessità dell’impegno, per chi ha un minimo di consapevolezza.
Insomma, un bel pasticcio, anzi no: la ricerca della libertà, che è una forma di amore verso noi stessi e gli altri, ha bisogno di una notevole disciplina, almeno iniziale. E poi, finalmente, si vola!

 Loredana Savelli - 08/02/2012 21:10:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Condivido in totalità il commento di Lorenzo Mullon, che d’altronde rispecchia l’"avvertimento" insito nella poesia di Franca Alaimo.
A mio modesto parere, l’essere poeti è prima di tutto un habitus comportamentale prima che una tecnica o un talento naturale ed è molto vicino all’essere uomini in pienezza. Si può diventare poeti nella misura in cui si può e si vuole diventare uomini. Ciò non toglie che l’arte della poesia non conosca livelli di perfezione diversi che distinguono la poesia Alta da una poesia più divulgativa e "concreta", ma i due livelli sempre nel tempo hanno dialogato ed è questa tensione che ha consentito i progressi della civiltà umana. Semmai ci sono stati periodi in cui la voce dei poeti si è nascosta e rinchiusa in gruppi e scuole, a voler sottolineare il disagio e il dissenso socio-politico dell’artista. E addirittura nel solipsismo. Il Novecento è pieno di questi esempi.
Quali sono gli scenari futuri?
Non azzardo nessuna previsione e non ne sono all’altezza, però so che tutte le rivoluzioni per essere tali devono partire dal basso, da un bisogno vero e sostanziale. Il bisogno di ridare senso alle parole e di farne veicolo di un’umanità affettivamente sana, costruttiva credo sia uno dei bisogni che stanno affiorando anche nei nostri tempi sofferenti.
Un caro saluto, scusate lo sproloquio, ho sicuramente detto un mucchio di banalità.

 Sara Dimatera - 08/02/2012 21:04:00 [ leggi altri commenti di Sara Dimatera » ]

Non me ne voglia l’autrice della poesia, ma non sono d’accordo quando sostine che "la scrittura come dovere".
Scrittura deve essere sinonimo di libertà e non un dovere... se anche la scrittura è un dovere,allora è la fine e quando vi è un dovere -cosa che quasi nessuno rispetta-allora non vi sarà cambiamento esistenziale.
Sara

 Franca Alaimo - 08/02/2012 20:55:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Io ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno voluto lasciare un commento a questa poesia e al mio grazie aggiungo le parole di Lorenzo Mullon: che la poesia sia un dovere etico nella quotidianità, altrimenti resteremo solo degli intellettuali che peccano di autocompiacimento.

 Lorenzo Mullon - 08/02/2012 20:14:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Un dovere che si scontra con la nostra stessa inerzia... Ci sono troppi interessi in gioco, grandi e piccoli vantaggi quotidiani, a cui nessuno rinuncia, e cadiamo tutti nella tentazione di un complice oblio di noi stessi.
Noi poeti, in quanto uomini e donne reali, siamo i principali nemici della Poesia, negandola nei fatti. Troppo spesso usiamo il suo potere per sentirci migliori degli altri, e non la seguiamo quasi mai, anzi la rinchiudiamo nella sfera intellettuale, nell’ambito indefinibile della cultura, o ci limitiamo a un godimento estetico assimilabile alle droghe.
Se la Poesia non diventa il motore di un cambiamento esistenziale, che sia bandita dal mondo!

 Andrea Piccinelli - 08/02/2012 15:41:00 [ leggi altri commenti di Andrea Piccinelli » ]

Accolgo l’appassionata e più che condivisibile esortazione di Franca. Walter Benjamin disse che “il valore politico di un’opera letteraria è il suo valore letterario”. Credo che il valore politico di questa poesia sia incommensurabile.

 Carla de Falco - 08/02/2012 15:36:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Ora è dovere lasciare una riga di apprezzamento.
Leggere invece, è stato un piacere. Vero.

 Teresa - 08/02/2012 14:59:00 [ leggi altri commenti di Teresa » ]

E’ bellissima

 Maurizio Sciascia - 08/02/2012 14:58:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Sciascia » ]

Grazie Franca per questo "dono" che, come ha detto bene Maria, val più di 10.000 commenti.
Maurizio

 Leonora Lusin - 08/02/2012 14:27:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

E’ un testo ricchissimo, penso però che la poesia sia un po’ come la grazia...

 Roberto Perrino - 08/02/2012 13:16:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Un richiamo a renderci conto che la Poesia, come il respiro, è impellente: essa non ci appartiene, e per essa dobbiamo essere strumenti docili. Un intervento, quello di Franca Alaimo, che definirei Olimpico.

 Censa Cucco - 08/02/2012 12:55:00 [ leggi altri commenti di Censa Cucco » ]

Grazie Franca per i bei versi ricchi di contenuti...

 Giacomo Leronni - 08/02/2012 11:06:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Leronni » ]

Poesia impeccabile e fuori da ogni consuetudine. Grazie per la luce che ci dai, Franca. Un abbraccio (con la neve) da Giacomo

 Luigi Paraboschi - 08/02/2012 11:06:00 [ leggi altri commenti di Luigi Paraboschi » ]

Ora è dovere, non più destino, mettere la poesia sulla bocca

Dei traghettanti per salvare i cuori dall’oscuramento




concordo.

 Nicola Romano - 08/02/2012 10:17:00 [ leggi altri commenti di Nicola Romano » ]

In buona sostanza è questo fine elaborato un inno alla poesia, che mai potrà essere sopraffatta dalle bieche pratiche umane, anzi essa sta a rappresentare un viatico per eludere o sconfiggere tutte le brutture affioranti sul palcoscenico dei nostri giorni. Con una esperta sintesi, questi versi riabiltano il desiderio di vivere ogni attimo con le dovute emozioni.

 Silvia De Angelis - 08/02/2012 09:47:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Un poetare che prende spunto da profonde sensazioni dell’anima, riportate in versi pregiati, molto graditi alla lettura

 cristina bizzarri - 08/02/2012 09:21:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Il tuo richiamo verso l’uscita da questa brutta scena è anche una poesia che dici come sempre limpidamente. Ricca di te. La neve ci ha lasciati e domani torno a scuola, da "quelli dell’alberghiero" con cui mi propongo di approfondire, anche nelle mie poche ore, quello che tu raccomandi. Joyeuse journée!

 Narda Fattori - 08/02/2012 09:20:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

"ora è un dovere, non più un destino" utilizzare gli strumenti della poesia, morti i miti e i traghettatori: Franca ci invita ad alzare la testa , ad assumere un dovere esemplare, non consolatorio, ma di responsabilità. Come profeti, come coscienze vive.

 Loredana Savelli - 08/02/2012 07:28:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grazie Franca. E’ un dovere anche commentarla.
"Dov’è il sorriso del mito che abitava perfino l’erba del fossato?"


Ciao

 Maria Musik - 08/02/2012 07:00:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

La porterò co me, uscendo in questo mattino, freddo come i nostri tempi ma, malgrado tutto, vivo come il mio cuore. Grazie!
Ps. Una poesia che vale più di 10.000 commenti

 giovanni ibello - 08/02/2012 02:03:00 [ leggi altri commenti di giovanni ibello » ]

:-)

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