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Scrivi un commento al testo di Giorgio Mancinelli
Yi : linee / segmenti / geometrie / illuminazioni

Yi : linee / segmenti / geometrie / illuminazioni

(un estetismo raffinatissimo racchiuso in una sola parola, dal cinese antico che indica l’emozione e i pensieri suscitati dalla contemplazione della perfezione).

Distese ininterrotte di geometrie grandiose
la cui piccolezza suggerisce ampiezze infinite
abolisce i limiti delle misure
dove ogni linea interseca altre linee
ogni segmento si apre nell’altro
negli spazi conchiusi, definiti
non già da aspri muri
bensì da sentieri sinuosi
laghetti e rocce, montagne artificiali e alberi nani
fiori splendidi di un giardino in molti giardini
poesia come affermazione del vivere:
“dove la bellezza penetra a poco a poco”.

Architetture fantastiche di padiglioni
edifici dalle colonne delicate
studiati con la stessa meticolosa cura
vitali come alberi e pietre
componenti sublimi del giardino della vita
empiriche guglie coi bordi rivolti verso l’alto
e le “campane” appese
a raccogliere il vento che scende dalle montagne
“tutte le montagne del mondo in una sola pietra”
come mondi che vorticano nello spazio
l’enigma che materializza l’irreale:
quasi a contemplare il proprio volto riflesso nell’acqua.

Paradigmi del possibile
sostanza stessa dell’anima sublime
tenuta tra le braccia come una tempesta
entro la cinta vuota del giardino
le cui rocce, di un colore rossastro
rubate sul fondo di un lago lontano
danno forma a una piana ove si contempla la luna
e ancor tengono il tempo prigioniero
dei capricci e dei colori dell’arcobaleno
dove tutto diventa possibile
un laghetto di ninfee a fioritura tardiva
crisantemi e ginepri piantati nel disordine dell’ordine.

Geometrie di intarsi marmorei
quasi spazi formati dagli spasimi della creazione
nelle pietre screziate e striate
ove si scorgono rupi rocciose, gole e cascate
"e geni impegnati in epiche battaglie"
d’una stagione infinita e accogliente
due volti di ciò che è Uno solo
l’esatto opposto di tutto ciò che all'apparenza siamo
e che ci lega come sono legati il giorno e la notte
di cui il tempo è prigioniero
con la furia ardente di chi crea
di chi ha scelto il tuono e lo splendore vorticoso dell’acqua
. . .
lo sgomento e la felicità della propria audacia
di tutto ciò che in fondo siamo.

Tempio Zen
(legni / corde / note / sabbia / roccia)

battito di legni
cadenzati
passaggi armonici di corde
d’archi improvvisati
lanciati
nel sidereo vuoto
. . .
pizzicato di violini
di pini
all’orizzonte
. . .
fruscio di vento
accordi di fiati
di sonorità marine
che sbattono contro il tempo
riflessi
di sabbie dorate
. . .
roccia che si espande
dominio di sale
seccura di miele
. . .
disegni di neve sulle cime
montagne sospese
sfrangiate
contro il cielo
note di colore blues e jazz
di chitarre lamenti e bandoneon
. . .
passi di danza
come di scrittura
su un pentagramma
ondoso di maree
come di scoglio tracciato
. . .

sopra la sabbia.

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