Più che dagli accenti è dal Silenzio composta la Poesia. Più che la bella faccia, apparente, è la morte in vena, ciò che sempre siamo che resuscitiamo. No, che non possiamo o forse sì? Forse... possiamo? Mi scusi... Come animali da Aurora Boreale, da savana, da foresta, da stagno, da bosco, da pascolo, da picchiata e migratori, da cortile e da sottosuolo, addestrati che circo! Gestito da avide beffarde caricature affabulatrici, noi così viviamo. Non mi strattonare! Né di qua, e né, di là! E non indicarmi il posto a sedere, non mi trattenere! Solo dal vento che ora m' appartiene voglio essere smossa, sbattuta, percossa e mai lacerata, per ciò in cui credo che sento vivere, dentro le vene.
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Nando
- 12/12/2015 08:30:00
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Eppure io credo che la Poesia non sia data (né dal Silenzio né dagli accenti) ma avvenga nel riconoscimento; immanente alla lingua la trascende nellevento di se stessa come accadimento nel lettore, che ne fa appunto esperienza di riconoscimento. In fondo, lumanità nulla inventa ma tutto scopre, e invenzione e scoperta mi sembra infatti abbiano la stessa etimologia (o delle affinità di senso).
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Franco Bonvini
- 11/12/2015 14:14:00
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if chiave = interpretativa then porta = poesia end
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Klara Rubino
- 11/12/2015 13:30:00
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AIUTOOO! senti sta risposta :" la chiave è interpretativa; la porta è a spinta!".( la porta di ingresso di sicuro...chiedi alle partorienti!)
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Franco Bonvini
- 11/12/2015 13:02:00
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Serve una chiave? allora il problema è la porta
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Klara Rubino
- 11/12/2015 10:26:00
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In un segmento infiniti punti, dunque cè un punto di partenza e un punto finale, ma come ipotesi di concetto, altrimenti, che razza di infinito sarebbe?...secondo me, comunque il punto è il limite, è dove si inizia ad acquisire e dove si perde la facoltà di comprendere. E magari che sia questa la chiave ...
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Franco Bonvini
- 11/12/2015 10:08:00
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Oh, ma io lo ricordo ogni quasi giorno, da circa cinquant anni. Anche se ho continuato il cammino è uno dei punti che è sempre con me. Per sempre, o almeno il mio sempre. Che si faccia solo un tratto è indubbio.. (o in dubbio?) Buondì
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Klara Rubino
- 11/12/2015 09:28:00
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Hello! Buongiorno, Cristiana, dunque "la bella faccia" che portiamo apparentemente siamo, ma "in realtà"siamo sostenuti da ciò che scorre dentro le nostre vene, che è energia viva, grazie a noi, che siamo vivi, siamo noi che resuscitiamo ogni cosa senza rendercene conto ( quando parlo al plurale o senza specificare soggetto o complemento dagente è perché intendo tutti, ma con tutti intendo in fondo me stessa).un esempio materiale:resuscitiamo la porchetta; un esempio immateriale : resuscitiamo le frustrazioni o le ansie o gli errori di chi ci ha preceduto e cercando di non commettere gli stessi errori troviamo la motivazione al nostro agire, o in senso positivo, resuscitiamo gli esempi positivi di vita per tramandare altrettanto. Riguardo allagire poi hai perfettamente ragione, ho tolto alla poesia due versi finali, che non erano abbastanza esplicativi su ciò che vorrei dire sullazione, ma così forse è un po monca. A Franco...il punto non esiste: infiniti punti dentro al punto, siamo sempre in cammino, si può solo camminare insieme e per un tratto! Mi dispiace averti ricordato un evento tragico.
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Franco Bonvini
- 10/12/2015 19:23:00
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Il posto dovrebbe essere il punto esatto dove sei ora.. la sedia non è una sedia. È un starci bene. Comodi. Soddisfatti. E perchè no, felici. Sulla morte in vena è solo una cosa mia.. m ha ricordato un cugino perso da ragazzo. Buona serata anche a te.
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cristiana fischer
- 10/12/2015 18:27:00
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"io intendevo che apparentemente ... ma in realtà..." scrivi tu, ma è lenergia viva che sostiene, altro che sottovalutata! Da chi, poi, che non ci sarebbe più? Certo che resiste, la bandiera. E agire, in prima persona, che fa?
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Klara Rubino
- 10/12/2015 17:19:00
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con uno che sogno da sempre ( che non sarebbe certo il ciarlatano del circo) non mi vado a sedere, casomai preferisco camminare e il posto, sarebbe il posto a venirci incontro, se no che sogno è...troppo scialbo per me! Tutto ciò comunque centra poco con la poesia, piuttosto "la morte in vena" non tè piaciuta? Espressione infelice? io intendevo che apparentemente noi siamo la faccia che portiamo, ma in realtà "noi siamo" in virtù di tutto il morto, "cotto e mangiato" che ci scorre nelle vene, perché finché viviamo, vivendo, continuamente trasformiamo lenergia morta in energia viva attraverso di noi e che, attraversa, percorre, noi. una realtà questa tanto fondamentale e tanto sottovalutata. Per quanto riguarda losservazione di Cristiana,con "mai lacerata" intendevo evocare la forza, la resistenza, immaginavo una bandiera,quando al vento sbatte facendo un gran fracasso, ma non si rompe. Grazie tanto ad entrambi, buona serata!
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Franco Bonvini
- 10/12/2015 14:35:00
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Eppure e bello anche trovarsi seduti in un posto che sognavi da sempre, indicato da qualcuno che sognavi da sempre. Perchè uno spirito è libero tanto più è vicino a quello che sognava di essere.
(Per la morte in vena no comment)
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cristiana fischer
- 10/12/2015 12:30:00
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Mai lacerata... dai molti pezzi, in cui scomposta, e arricchiti, si formerà lunità.
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