nulla da dire: litanie. non altro che continuare dentro/fuori fuori/dentro, labora et ora. qui et ora. voci d’argento - da quale limbo, dove andiamo fratelli? - niente più vale dello stare soli nel vetro del chiostro: fiori, neve, abbandoni. nulla da aggiungere, respirare.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 30/09/2013 18:20:00
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Magnifica!
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Leonora Lusin
- 18/09/2013 18:40:00
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E davvero un respiro questa tua bella poesia di cui noto in particolare la perfetta musicalità: voci oranti e misteriose che sembrano provenire da un altrove di quiete e meditazione.
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Franca Alaimo
- 18/09/2013 17:20:00
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Mai come questo cè stato un altro testo di Loredana che mi abbia affondata, come nel gioco della battaglia navale su della carta a quadratini; perché, più il tempo passa e con esso "la torma delle cure" e le sventure infinite della politica, più vado anchio restringendomi nello spazio per, forse, allargarmi nella libertà mentale. Quel respiro che lei trova è il ritmo esenziale della vita, quello che, a esserne consapevoli come predicano i maestri di yoga, mette in connessione con luniverso. Ed allora se lei è stata capace di dire tutto questo in pochi versi, vuol dire che guarda, si guarda da poeta qual è, e che coglie lessenziale che cè da dire, il più prossimo al silenzio.
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Loredana Savelli
- 17/09/2013 17:37:00
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Grazie, cari amici. Siete tutti molto intelligenti e me ne avvalgo!
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Marco Giovanni Mario Maggi
- 17/09/2013 17:30:00
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Il respirare come libertà dalle "villanie" della vita. Un chiostro che è luogo interiore di riposo e meditazione dellanima.
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amina.narimi
- 17/09/2013 14:11:00
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entro in questa tua poesia come camminare al boscovecchio, eppure il respiro non si chiude lì fra i rami nè finisce al chiostro..
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Leopoldo Attolico
- 17/09/2013 12:49:00
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Una poesia datmosfera e di sospensione - non magica ma molto reale - in cui Loredana dà il meglio di sé in percezione e in ascolto . leopoldo -
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Alberto Becca
- 17/09/2013 12:48:00
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Alla domanda : "Dove andiamo , fratelli ?" oggi in Italia non piu di 1000 o 2000 persone hanno risposto con l eremitaggio, il vivere ostinatamente soli, lontani da cio che si chiama abitualmente "mondo" o "società" , riducendo al minimo i rapporti interpersonali; pautra ? sindrome da evitamento dei problemi ? Individualismo estremo ? Chiusura verso gli altri ? Per capire meglio questi versi, profondi e melodiosi, consiglierei la lettura della biografia di alcuni eremiti, moderni o antichi, uomini e donne i cui ritmi giornalieri erano e sono talmnente distanti da quelli dei"comuni mortali" da renderli quasi alieni o megli extra - terrestri (nel senso di proiettati anche fisicamente lontano dal nostro mondo, in perenne viaggio verso mondi assai diversi....(!)
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Ferdinando Battaglia
- 16/09/2013 22:56:00
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Respira è lirriducibilità della vita, la sconfitta della nostra ragione. La litanica vita del chiostro, in fondo, racconta unaltra possibilità.
Ciao Lory
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Cristina Bizzarri
- 16/09/2013 22:16:00
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Dirsi come stanno le cose, fare il punto della situazione. Secca, asciutta poesia, un "insomma" che sente fortemente il bisogno di sintetizzare, di spogliarsi di tanti inutili orpelli e, come fanno i religiosi in convento, respirare finalmente con un proprio ritmo, non più intossicato dai vuoti - e svuotanti - desideri e ritmi imposti dallesterno: solite litanie. Allora meglio vale entrare nel proprio claustrum, recitare le proprie litanie. Vivere nellessenzialità di cui abbiamo sete la nostra vita in tutta la sua - solo nostra - autenticità. Molto vera, scritta quasi con esasperato ri-sentimento e con la passione di una ricerca personale che non si accontenta mai, in una sfida continua di se stessa.
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Loredana Savelli
- 16/09/2013 21:02:00
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a Emilio. Graie per la tua lettura. E un testo oscuro a me stessa. Il respiro, infine, è il senso di tutto? Il semplice, naturale scambio, la sede dellessere. Ciao, un caro e affettuoso saluto.
(oggi yoga)
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Emilio Capaccio
- 16/09/2013 20:47:00
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Disarcionarsi? O essere in prima fila, nelle foto, inginocchiati con le compagne in piedi, dietro, che sorridono sopra le spalle? Quel che so è che molti sono quelli che la mattina non rispondono più "presente" allappello della prima ora.
Arrendevolezza? No. Istruirsi da soli, forse!
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