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Traslochi

 

Separati in casa

 

Mi separa da lui un muro così sottile

che il suo respiro giunge nel mio orecchio

come il ronzio ostinato di un insetto.

Lui dorme con la testa rivolta ad Occidente

e nascono dall’osso della sua fronte

le ombre del tramonto che come teli viola

coprono a lutto anche le fondamenta.

Io scruto con occhi insonni il Settentrione

e la sua stella colma di tempesta.

Talvolta, al principio del mattino,

s’incrociano i nostri passi sulla soglia,

ma più si fanno i nostri corpi vicini

più le lingue s’inceppano sopra i sassolini

gettati di traverso dall’Orgoglio.

 

 

 

Trasloco

 

Il gesto era sempre identico:

piegare la tovaglia alzando gli orli

e lasciare cadere le briciole

sulle piastrelle del terrazzo.

Arrivavano i passeri a becchettarle,

timidi, tra rapidissimi frulli,

ed i colombi ritti sulle zampine

color delle rose di maggio,

gli occhi d’oro sempre attoniti.

Per i residui più minuti

faticavano due file di formiche.

A primavera i calabroni sembravano

proiettili impazziti, finché, pietosa,

aprivo per loro le finestre

e si tuffavano nello specchio dell’aria

con voluttà rapinosa.

Le lucertole con i loro alfabeti neri

sulla pelle smeraldo

correvano paurose a nascondersi

dietro i vasi di gerani rosa.

Stava la mia gatta a spiarle

con le sue lunelle d’oro,

immobile come una dea di pietra,

per ore.

L’estate scorsa non capivo

da dove provenisse un ronzio

come di una vecchia radio  accesa.

E solo oggi, durante il trasloco,

mi accorgo delle case d’argilla

lasciate dalle vespe tra le pagine dei libri.

Penso - e mi commuovo -

che li hanno scambiati

per serre traboccanti di parole odorose.

La mia casa era un minuscolo zoo

dove vivevano tante creature:

c’erano le zanzare, le libellule

e le mosche noiose,

e piccole farfalle così chiare

che appena si distinguevano dal muro.

E io e lui eravamo gli animali più infelici.

 

 

Da sola

 

Indugiando tra le cose

un’ombra visita la stanza

e taglia l’aria alle mie spalle.

Mi stacca il corpo dalla parete

dove si appoggiava con la vita,

ed io impallidisco all’improvviso,

guardo per un istante la finestra

e la gioia vermiglia del geranio.

Mi chiedo dove comincia il luogo,

lo zero della morte; mi sembra

di gridare senza suono di voce,

ma uno stridio di gomme sul selciato

mette in moto l’ardore del giorno,

mi ridona al tormento del corpo

ed alle trafitture addominali.

 

 

[ Da Traslochi, di Franca Alaimo, LietoColle ]

 

 

 lino bertolas - 20/02/2017 10:48:00 [ leggi altri commenti di lino bertolas » ]

Fa sempre piacere ricevere un commento da te. Ho letto alcune delle tue poesie (solo alcune vista la notevole produzione che hai). In particolare mi è piaciuta questa poesia "Traslochi" per la musicalità interna e per i sentimenti che esprime in un modo discreto, non gridato ma sussurrato, però profondo.

 Mariolina La Monica - 31/07/2016 20:24:00 [ leggi altri commenti di Mariolina La Monica » ]

Come le briciole di pane, queste poesie hanno in loro la grazia delle piccole cose che l’autrice riesce egregiamente a tramutare in testimoni silenti della fine di un amore e della conseguente ineluttabile separazione coniugale che, l’amica, Franca Alaimo, mette in versi con una eleganza di stile che dona al lettore la giusta misura delle sua capacità di poeta. Eleganza, la sua, messa in atto con tutta la sensibilità di un’anima avvezza a lottare, per fare emergere la parte più vera di sé.
Ed è proprio grazie a questa verità manifesta che la nostra amica riesce a commuoverci e a far rivivere ad ognuno determinati momenti poco lieti della, comunque, sempre difficile convivenza tra due persone con tutto un vissuto diverso, facendolo con i suoi versi appropriati, come quei "sassolini gettati di traverso dall’orgoglio".

 Nando - 29/07/2016 09:48:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

L’emozione di una lingua eletta, di un vocabolario finemente studiato e selezionato all’uso: prima ancora dei contenuti, è questa minuziosa abilità artigianale a commuovermi, poiché in esiti di bellezza d’opera e grandezza di dono autorale, segno di dedizione e fatica, al lettore che ne gusta e apprezza i frutti oltre ad apprezzarne la lezione d’arte.




 Maria Teresa Schiavino - 26/07/2016 15:30:00 [ leggi altri commenti di Maria Teresa Schiavino » ]

Traslochi: un tema che mi è caro. Ho ritrovato in questi versi sentimenti e sensazioni mai veramente sopite, la grande bellezza che si scopre nel piccolo universo quando si è sul punto di lasciarlo, l’ineluttabilità di certe separazioni. La grazia sospesa delle cose intorno è preludio alla rivelazione della finale frattura nell’armonia, della fine dell’amore.

 francesca luzzio - 26/07/2016 10:38:00 [ leggi altri commenti di francesca luzzio » ]

Bellissime le poesie della mia amata Franca, che trasforma con le ali magiche della sua ispirazione, momenti difficili di vita in versi colmi di malinconia in un contesto contenutistico di sapore crepuscolare, ma le piccole cose di ogni giorno, qui diventano le piccole cose emblematiche di una fase della propria vita

 Loredana Savelli - 25/07/2016 19:34:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Che poesie!!!
Consolazione in questi giorni terribili in cui nulla sembra avere senso. Grazie Franca per la tua umanità traboccante, per la bellezza del tuo sentire, perché la poesia ti abita e ci fa credere che ci sia una speranza per l’umanità. Perché finché ci incanteremo davanti alle parole, non moriremo disperati.

 Maria Valentina Mancosu - 25/07/2016 17:14:00 [ leggi altri commenti di Maria Valentina Mancosu » ]

L’autrice Franca Alaimo è stata capace di esprimere con efficacia il cuore profondo di questa separazione in casa: la drammaticità di un limbo in cui non s’è ancora scelto.

 Klara Rubino - 25/07/2016 14:24:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Poesie che mi lasciano ad un passo dalla commozione, ad un passo perché mi lasciano in un tremore intimo che non ancora si scioglie in lacrime, ma mi fa vibrare, fa oscillare e sprigiona emozioni non più sopite, non mai risolte.

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