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Il nome che ti manca

 

*

 

Di fronte alla parola scimmia fai una

faccia, di fronte alla parola rosa,

un'altra faccia: non ti offende il foglio

candido sul tavolo: dunque scrivi

scimmia e scrivi rosa, e altri lemmi sciocchi

che non devi contendere a nessuno.

 

Basterebbe però soltanto un pezzo

di pane sotto la città isolata,

o una tanica di nafta da stringere,

per farti fare la faccia che hai da fare,

e così smarrire il nome che ti manca:

l'iroso rovescio di scimmia e di rosa.

 

 

*

 

Se il carico è pregiato

e da sotto i botri della strada

quando il camion rallenta

attira i ladri

allora sul rimorchio

io ci metto un maschio

che badi a dar botte

con un sasso

sulle mani incallite

di chi va per montare

ma invece resta a terra

a chiagnere con afflizione

mentre i fanali svaniscono

e il fragore

nella notte.

 

 

*

 

Parlo della creta

e di come è fatto l'uomo

a mezzogiorno

dall'altoparlante

nell'alveo della chiesa

suggerendo un regno

 

dalle ceneri rivivono

corpi infiniti

 

sugli uomini

non sbarca più

la notte

 

di tutti i torti

fatti a dio

oppure al prossimo

verrà consolato

chi quei torti ha commesso

 

chi invece li ha subiti

sarà felice

senza una ragione.

 

 

*

 

Credo sia proprio

questo, e non un altro,

il pomeriggio che oggi

si è messo a circondarmi,

e sono queste le poche cose

inermi a starmi intorno,

dopo che tante altre

dentro sguardi storditi sono

esplose, e ora non è facile

nemmeno nominarle,

mentre vorrei persino

averle addosso, e sentire

l'estate che sibila in un

canale marcio, e piegarmi

e spogliarmi sul fermento

che si perde dietro la finestra,

e parla con la bestia in ansia

nel recinto della casa accanto,

ma ancor di più con dune e canne.

E non so se sono questo o

quello, il cinico o l'ingenuo,

chi ora scrive con la faccia

al muro, o chi è rimasto là,

a far la guardia a una bella

femmina che va di corpo.

 

 

*

 

Non c'era dato fare previsioni

sugli amplessi a cui avremmo dato forma,

mettevamo, anzi, ventre contro sabbia,

negando l'evidenza della copula.

 

 

*

 

Al sole, perforavi le conchiglie,

congedavi la tavola di legno,

ogni singola goccia d'acqua, come

ferma al suo posto, al tuo occhio così crudo.

 

 

*

 

La città verso un aspro quartiere:

qualche faccia sui muri, un selvatico

 

fiore: facile adesso volere,

nella polvere, estinto, il politico.

 

 

 

[ da Il nome che ti manca, Ugo Magnanti, peQuod ]

 

 

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