Opulenza Evaporata L' opulenza evapora come nebbia al primo albeggiare della cognizione, sotto i suoi occhi smeraldi, assetati. Un velo enigmatico che si disperde tra le correnti eterne, lo rendono schiavo del suo nudo una volta andato non è più possibile riacquistarlo. Perle di fortuna evanescenti nella brezza imprevedibile dell'incauto imprudente cadono dalle scale della perdita, nell'aria l'ira del leone sconfitto. Ogni avere, cangiante e caduco, lanciato al suolo risuonando elogi di autocompiacimento si manifesta come un sauro che scivola via in un battito di ciglia, emblema di un ricordo ormai disperso nell'arroganza. Un forziere vuoto di sogni brilla nel suo nulla, in quelle promesse mai onorate per qualcuno, ma dissipate con frivolezza! La speranza si esilia in ogni volto, volti che un tempo risplendevano con convinzione. Ora metamorfosati in ombre, riccioli di ricordi effimeri, dove ogni raggio di luce diventa un'eco di rammarico, lasciando l'abisso vuoto assorbendo all'anima la pace. L'angoscia si insidia tra le pieghe del cuore, e il dolore si fa compagno veleno muto e incisivo! Un inchiostro indelebile su pagine ormai ingiallite sul quale piangere disperato. In questo scenario desolante di perdite e tormento, il tempo si arresta e osserva con occhio critico, l'egoismo punito, mentre le storie di colori festivi e opulenti vivi di lussureggiante armonia, acquistati con fiamma dorata si estinguono nel baratro. E i sogni, un tempo vibranti, ora giacciono come foglie morte sul terreno sterile. Così il ricordo di ciò che era apprezzato per la sua carnalità, si trasmuta in un soffio fetido annegato in un oceano di ombre, di nostalgiche riflessioni senza zattera salvifica di salvezza mai coltivata per eccessiva superbia, e il fango nel suo latte è letto perpetuo nel dimenticatoio del rimorso nel suo ineluttabile dissidio imperituro. Laura Lapietra ©
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