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Neutroni lenti

Neutroni lenti   

 

 

L’origine del male nell’origine dell’atomo ?

 

Da quando lavorava al laboratorio le sue stesse leggi di coscienza sembravano percepire altre realtà. L’uomo avrebbe avuto la capacità di usare la scienza a fin di bene ? 

 

NO.  

Questa era la sua risposta. No. Cinicamente, crudamente, no. 

 

Erano anni che studiavano, ed erano arrivati a concepire l’essenza vera della materia.

Giorno dopo giorno, neutrini, elettroni, particelle, energia atomica, fusione nucleare e tremila equazioni, teorie, postulati ed esperimenti. Senza tregua, senza pausa, con l’entusiasmo genuino e giovanile per il puro piacere della scoperta.

Una rivelazione parziale sui segreti della natura, fino ad arrivare all’essenza della realtà fisica.

Un pizzico di eternità a sfiorare il concetto della creazione.

Qualcosa in grado di cambiare la faccia del mondo, gli stessi equilibri politici e mondiali. Fino a vendere la propria coscienza al genio del male. Fino a sentirsi onnipotenti, sfidando Dio.

 

Lui, come tutti gli altri, aveva lavorato su numeri e teorie finchè non erano riusciti a convincerlo, erano riusciti a fargli intravedere la gloria, la ricchezza, un cammino favoloso, una vita diversa.

Hitler lo avrebbe tenuto al guinzaglio fino alla morte. Aveva bisogno della genialità italiana per mettere a punto le sue armi belliche, il suo progetto sulla fissione nucleare applicabile alla bomba atomica. 

 

Si era venduto in cambio del suo intelletto geniale. 

Basta, basta.  La sua intelligenza doveva “suicidarsi”, sparire in qualche modo, rendersi un anonimo atomo fra miliardi di atomi. 

 

Anche l’Italia, gli era diventata stretta, un paese angusto per le sue vedute. Un paese piccolo.

Non rimaneva che “sparire” per sempre, offuscandosi nel mistero stesso della storia.

Ecco, l’azzeramento completo di ogni equazione vivente.

Per confondere ancor meglio le acque aveva fatto perdere abilmente le sue tracce, alla famiglia, agli amici. A tutti.  Adieu. 

 

Cosa sarebbe accaduto, dopo ?  

 

(2017)

 

*******

nota:

Ettore Majorana (Catania, 5 agosto 1906 – Mazara del Vallo, 27 marzo 1938 (morte presunta, o in località ignota )  E' stato un importante fisico italiano.

La sua improvvisa e misteriosa scomparsa, avvenuta nella primavera del 1938, suscitò numerose speculazioni riguardo al possibile suicidio o allontanamento volontario e alle reali motivazioni. Ci furono ipotesi di avvistamento in Venezuela.

Operò principalmente come teorico della fisica all'interno del gruppo di fisici noto come i "ragazzi di via Panisperna": le sue opere più importanti hanno riguardato la fisica nucleare e la meccanica quantistica relativistica, con particolari applicazioni nella teoria dei neutrini.

(fonte Wikipedia)

 

https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-02-04/ettore-majorana-la-procura-roma-scienziaro-era-vivo-il-55-e-59-161507.shtml?uuid=ABRbYOpC

 

 

 

 

 Livia - 13/08/2024 16:29:00 [ leggi altri commenti di Livia » ]

Ciao carissima, la scienza come la religione, sono armi in mani all’uomo. Che vengano usate per il proprio tornaconto purtroppo è vero. La storia di Majorana mi ha sempre interessato, la sua misteriosa scomparsa ha suscitato un mare di illazioni. Qui avrei scelto di farlo entrare in crisi con la propria coscienza, di farlo sparire in favore di un concetto di bene umanitario. In realtà la mia opinione è che dopo l’incarico deludente ricevuto a Napoli (mentre si aspettava una cattedra a Roma) abbia potuto davvero militare per Hitler sull’uso della bomba atomica (costretto o meno che fosse) e che attraverso il reticolo di contatti clandestini abbia poi riparato dopo la guerra in Sudamerica come fecero molti nazisti ed esponenti politici.
Se si è suicidato sul traghetto, doveva avere i suoi buoni motivi. Era troppo intelligente, genio e sregolatezza.
Grazie sempre di esserci ! un abbraccio

 Teresa Cassani - 13/08/2024 00:10:00 [ leggi altri commenti di Teresa Cassani » ]

"La scienza, come la poesia, si sa che sta a un passo dalla follia" (Leonardo Sciascia) Un’ipotesi decisamente verosimile la tua, Livia, esplicitata con l’efficacia delle similitudini. Viene in mente anche Tibullo col suo famoso " Chi fu il primo che inventò le spaventose armi?...Eppure il misero non ne ha colpa...siamo noi che usiamo malamente..."

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