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al testo di Dereck Louvrilanmè
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Da ovunque venga la viola, in luogo della buona sorte, apre uno spiraglio e si lascia cogliere alla sprovvista da un turbinìo di gemme. Rivoluzione si direbbe, dal nocciolo duro del susino che in una notte temperata ha capito che vento tira. Ma la viola? Sono convinto finga disattenzione mentre indossa il suo capo di stagione. Come quei battelli lungo il fiume o nell’invaso dai barconi che suggeriscono alla foce dov’è il mare col battibecco futile tra schiuma e onde. Fuggendo al largo, le anguille si allungano e resta a molo una cima a mollo: da capo, come l’altezza nel triangolo è dal Vertice una venuta in terra, per dio.
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