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al testo di Francesca Cannavo
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Nel giardino delle ombre i petali odorano di luce l’aria si veste di seta color dell’acqua e si cinge di foglie e canti di festa di venti e burrasche e quiete di brezza
a volte i fiori respirano più forte ed il loro fiato arriva lontano sul chiarore di uno squarcio di tenebra uscito all’improvviso dalle notti dormienti
ed ecco che veli dorati replicano ombre di montagne nascoste da nuvole di passaggio ed arcobaleni sbiaditi di folle vaganti inseguono corridori lenti senza traguardo
certi navigli colmi di orchestre festanti sciano, indolenti, sulle onde morbide di fontanelle di un mare rosaimbrunito, una musica ballerina di note irrequiete
quasi fossero sirene da incanto assoldate per confondere naviganti stanchi di rotte condonate ad oltranza su abissi ipotetici di meraviglie nascoste
Nel giardino delle ombre a sera si addormentano le fate e le sirene e quintali di stelle promettono sinfonie inaudite di arpeggi e percussioni
suadenti i gelsomini respirano di sé e le rose fanno coro alle spine nelle ore della sera , fresche… i giardini delle ombre si spengono.
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