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Davide Rondoni in difesa di Salento Paese della Poesia

I picconatori del Cilento contro la poesia. Ovvero il trionfo della fasullanza per distruggere “Il Paese della Poesia”, patria della Scuola Empatica.

 

di Davide Rondoni

 

Devono avere una strana idea di civiltà, e forse anche di educazione, gli amministratori (a me sconosciuti) di Salento in Cilento. Stamattina mi giunge una foto di un uomo con piccone che lavora a un muro. Solerte intervento di lavori pubblici? Azione d'emergenza di sindaco zelante? No, pura fasullanza e stupidanza. In quel paesino, sconosciuto ai più, che si chiama come un'altra parte più nota di Italia e quindi è persino vittima di fasullanza nei nomi, anni fa per iniziativa di persone di cultura del luogo e dei paraggi, capitanati da Menotti Lerro, scrittore e studioso di grande spessore, io e altri poeti di fama nazionale, come si dice, fummo ogni anno invitati a lasciare un nostro testo e ad apporlo in apposita graziosa mattonella in ceramica sulla facciata del Municipio. Simpatica e civilissima iniziativa, segno di attenzione alla poesia - una delle principali arti italiane, penso che anche gli Amministratori di Salento abbiamo sentito parlare di Dante, Leopardi, Ungaretti... - e al tempo stesso segno di attenzione a questo sconosciuto borgo vittima della fasullanza dei nomi. Difficile farsi un nome quando ti chiami come altra più nota cosa. Ora pare che per cambi di giunta - non credo epocali e non molto influenti sulla politica mondiale, nonostante le asperità degli scontri - il novello Sindaco Censore si sia sentito in dovere, forse per sfregiare la memoria del predecessore, di prendersela con le poesie mie di Milo De Angelis, Vivian Lamarque e d'altri non proprio ignoti nomi e firme. Senza avvisarci e senza avvisare il curatore che ha dato l’anima per la sua terra. Qui sta il punto. Il sindaco che si chiama come un tizio più noto, Michele Santoro (un destino fatale di omonimia e fasullanza!) è liberissimo di cambiar facciata al municipio (i famosi cambi di facciata della politica?) ma una telefonata, una mail, un messaggio poteva mandarlo, magari adducendo qualche ragione sensata e magari dicendo dove finiranno, se in discarica o in un museo. Nulla. Arrivano solo ombre dal Paese della fasullanza (che stava diventando il più autorevole "Paese della Poesia" d’Italia, patria prima dell'innovativa Scuola Empatica: movimento letterario-artistico-filosifico e culturale della contemporaneità...), la foto del tizio col piccone e delle mura spoglie delle tante mattonelle apposte con le nostre mani. E se si piccona la poesia non è di buon auspicio per il paese, che diventa del tutto un paese che non ha nome.

Mai più picconi sulla poesia che è l’essenza della nostra vita!

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