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al testo proposto da Gian Piero Stefanoni
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Anche se il nulla si nasconde all’ultimo respiro il mio ingegno frantuma il vuoto che l’attende. A stupire un nascondino disorienta la parola in agguato e ancora frena se non riesce a tagliare al primo scontro, o scivoli atterrita al suono di un violino. Labile corda il motivo e inutile attesa. La mia mano ha lontananze lunghe improvvisate al giogo della scure. Da Futili arpeggi, La Valle del tempo, Napoli 2024, |
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