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al testo di Rosa Alba
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Adesso metto il punto al finale del libro che non scrissi. Fu solo un proemio, ma era tutto ciò che serviva: c'erano prodromi colorati di sbuffi adolescenti, c'era il profumo tenue dei fiori d'inverno, il pazzo scirocco dei tumulti del cuore, persino la neve burlona che ricoprì la cena che non fu. Sulla mappa dei sogni la x con le grazie del tesoro nascosto ormai è sbiadita ma non devo più scardinare la porta dell'impossibile. So che le pagine di quel libro naturalmente vivono nel multiverso che sapevamo esistere, lo riconoscemmo conversando distesi in quel suo lembo dolcemente assolato, ascoltando rapiti il suono argento dell'acqua preziosa che ancora sgorga dalle cento cannelle di una fontana, a sigillo del nostro unico e lungo sorriso insieme.
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