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al testo di Rosetta Sacchi
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Il palcoscenico ora è vuoto. Ricomposte, giacciono sul retropalco le marionette, l’una sull’altra, (esauste?), nella notte trafitta dalle stelle. Domani torneranno nominate ad una ad una, a recitare l’usitata parte, qualcuna nuova ruberà la scena alle altre per un giorno, forse due, qualche altra verrà accantonata. Punita? No! Potrebbe mai capirlo? E’ un’eresia! Tornerà anche lei, o prima o dopo, tornano tutte, al suono smielato dello zufolo e svelte ammetteranno d’aver pianto per l’improvvisa assenza, ma di cosa? Dietro il sipario una voce giunge “Peter, sta finendo il filo, ne prenderò uno sottile ma tenace, nero, perché sia più visibile la mano che dirige” Domani, vedrai, saranno tutte in riga, come sempre, sopra il palco, applaudite per lo spazio vuoto che s’annida nell’ampiezza delle gonne e nella testa. |
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