tutto fuorché il silenzio è l'ipotesi di cori eterni come uno che ha modo di pensare dice solido
ho raccolto dei frammenti
dove tranne me il corredo della stanza ha molte gambe piantate
avrà di che interrompere le apnee l'edificio morto come gode il materiale secco quando è ammollato. la sabbia emette diversi canti
molte gambe scardinate a momenti dai battiti i vetri esplosi dai respiri
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Loredana Savelli
- 24/10/2013 18:30:00
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Allora ci avevo quasi preso. Da ora in poi ti chiamerò collega : )) La strana (doppia) vita delledificio-scuola e dei suoi periodici invasori...
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Fausto Torre
- 24/10/2013 17:42:00
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cosa dovrei perdonare? in classe al secondo piano di un edificio ancora vuoto. Larrivo a ondata degli alunni. le mie riflessioni. Sono per la parola che dice in sé, meno per il discorso. Grazie sempre per lattenzione. f
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Loredana Savelli
- 24/10/2013 16:03:00
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Sebbene il testo sia volutamente lacunoso come un edificio in costruzione o in demolizione, sembra di poter ricostruire una scena concreta, una situazione (che pure resta aperta). Chissà, è come aver percorso uno spazio privo di presenza umana e aver colto, tra i materiali e gli arredi, leco del respiro di chi ci è stato in precedenza, quasi delle voci "cosificate".
Ciao, perdona la (scarsa) fantasia. Ciao!!
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