ai poeti Da troppi anni [ormai] scrivo del mare davanti al mare {è imbarazzante} :mi abbandono ad astute nostalgie per soddisfare la persona che tengo prigioniera nel mio corpo. Anche tonni e merluzzi hanno capito che non ci sono sardine in questo oceano → ma il prigioniero no non molla : è imbarazzante.
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Franca Colozzo
- 25/05/2020 00:40:00
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Caro Roberto, anch’io condivido la tua passione per il mare sulla cui riva, riversa su un remoto scoglio (oggi più che mai valido dato il distanziamento sociale), scrivo o meglio scrivevo. Delle sardine ho perso traccia come dei sogni in balia dei venti alla deriva. In fondo scriviamo per nutrire la nostra anima insofferente, oggi più che mai, a causa della pandemia. Speriamo dunque in un miracolo: che nessun parli più del Coronavirus o COVID-19, che dir si voglia! Buonanotte.
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cristina bizzarri
- 24/05/2020 08:32:00
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Un’esortazione a ogni "prigioniero", che dovrebbe e potrebbe seguire, con un po’ di autocritica e di onestà intellettuale, l’esempio dei pur tardivi tonni e merluzzi ... Bella! :-)
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Arcangelo Galante
- 24/05/2020 07:35:00
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Il testo rivela proprio quella smaniosa fretta di mostrare pubblicazioni, nate da un battito di ciglia, che rappresenta proprio l’inaspettato arrivo di ogni genere ittico, pescato in una distesa d’acqua di variegate emozioni, descritte metaforicamente dall’autore. E se la fretta genera l’errore in ogni cosa, il mare diviene un inutile spazio, ove persino “i tonni e i merluzzi, hanno capito che non ci sono sardine” da mangiare. E purtroppo, pare un vero spreco continuare a nuotare in acque che resteranno uguali, poiché imprigionato avranno, i “soliti” pesci. Testo dalle riflessioni condivise!
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Loredana Savelli
- 23/05/2020 00:31:00
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Originale. Il prigioniero è lo stesso mare.
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