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al testo di Paolo Melandri
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Dobbiaco Di sera, il lago a Braies è uno specchio, un’anitrina sola solca sete immobili di un’acqua che rispecchia il verde cupo di folte abetaie ai piedi delle cime a precipizio dei cumuli dei monti bianco-azzurri. Solca da sola tutto il lago; a un tratto, dietro un cespuglio rorido di brina, ecco la madre: ed i fratelli, intorno. A lor si unisce come niente fosse. È un’anatra-poeta, certamente: il suo coraggio è empirsi di bellezza; ma pur, solcando il lago solitaria, essa un balletto escogita, bellezza nascente su bellezza tanto antica. E danza per se stessa, come mossa da un’interiore nostalgia di grazia, per tutti e per nessuno, poco importa, perché la danza è in essa liturgia e la coreografia vien dallo Spirito e allo Spirito torna, ed è ammirata. Così il Buon Dio contempla i nostri doni che la Sua Grazia ci distilla, quando la pausa di un incanto ci permette di sentirLo passare nella brezza. Ogni essere vivente che ha respiro e tutta la Natura inanimata lodi il Signore in ogni gesto, o stasi. Le mute vette annunciano il Tuo Avvento e l’acqua immota è specchio del Tuo Cielo. Paolo Melandri 13 settembre 2012
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