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Biografia di Fiorenzo Mascagna [ sito web ]

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Sono quello che avrei dovuto essere con l’aggiunta di quello che sono

Fiorenzo Mascagna è nato a Caprarola (VT) il 18 Agosto del 1959. Già docente di Teoria della percezione e Psicologia della forma presso l’Accademia di Belle arti di Viterbo, si è distinto per aver partecipato a comitati scientifici di alto livello collaborando a vario titolo con Istituti per l’alta formazione. Autore ed artista riconosciuto, ha dato vita, attraverso la sua trentennale attività, a poliedriche commistioni tra  i diversi linguaggi che compongono la novità della sua espressione artistica e letteraria. Attento osservatore della realtà culturale, Fiorenzo Mascagna ha operato in ambito critico facendo confluire nei i suoi scritti le sue conoscenze di teoria del colore e psicologia della forma. Attualmente vive a Viterbo dove lavora. Lo studio dell’artista è in Via San Pellegrino n°20-22 (VT)

 

Non era probabilmente previsto che nella mia vita ci dovesse essere qualcosa che fosse più dell'usare le mani. D'altra parte sono dovuto arrivare a vent'anni per rendermi conto che tutto quello che stavo facendo si chiamava scultura. Questa consapevolezza non è arrivata quando ho realizzato un'opera ma quando ho capito che arte è il giusto equilibrio tra conoscenza e manualità. Ecco prché sono quello che avrei dovuto essere con l'aggiunta di quello che sono.


Sono nato a Caprarola (Vt) il 18 agosto del 1959. La mia adolescenza è stata caratterizzata da continui conflitti con la
scuola. Balbuziente e dislessico, sono stato bocciato in quarta elementare ed ho imparato a leggere correttamente soltanto dopo la scuola media. Il resto della vita l’ho trascorso a riscrivere quella pagella di quarta elementare.
Di quel mondo fatto di parole, pronunciate a stento, ricordo soprattutto la distanza tra me e la scuola. Non parlavo, non sapevo scrivere e nemmeno disegnare. Il tempo lo passavo ad intagliare pezzi di legno sulle scale. Per compagnia un coltello e quella manciata di silenzi che mescolavo al desiderio di essere migliore di quello che ero.
Quella pagella credo di averla riscritta quando mi ritrovai dentro quelle stesse aule per tenere un corso di aggiornamento per insegnanti.
Questa storia l'ho già scritta nel libro "Attimi di vento a favore" e quindi mi limito soltanto a dire che a volte il destino gioca strani scherzi sulla nostra pelle. Propio io che ho potuto leggere sul libretto grigio di fine ciclo delle medie "L'alunno scrive male e si esprime peggio, si consigliano attività manuali " mi sono ritrovato dietro una cattedra, e non solo in quella occasione, ma anche per tutto il tempo che ho insegnato nella stessa Accademia che mi ha visto studente "Teoria della percezione e Psicologia della forma".
Quello che posso dire che ho sempre insegnato da ultimo della classe. Cercando nel mio stesso passato il disagio degli altri. Felice anche di aver tenuto un corso che non fosse necessariamente insegnare l'arte, anhce perché a riguardo ho la mia personale idea che l'arte non si può insegnare.
Come scrive Itten in "Arte del colore" maestri, teorie e tecniche servono soltanto nei momenti di debolezza. Sono strumenti che servono per arrivare davanti al bosco forse prima degli autodidatti, ma dentro al bosco dell'arte ci si va comunque da soli.


 

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