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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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La pigrizia del cuore

Romanzo

Rossella Tempesta
Spartaco

Recensione di Paolo Polvani
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Pubblicato il 26/01/2018 12:00:00

 

Un libro come un bodhisattva

 

Il bodhisattva è un essere vivente che aspira all’illuminazione conducendo pratiche altruistiche. Il suo tratto saliente è la condivisione empatica delle sofferenze altrui. Mi è venuto spontaneo questo pensiero già alla pagina uno del romanzo di Rossella Tempesta, La pigrizia del cuore, quando la protagonista, durante un tragitto in metropolitana, osservando le persone intorno a lei compie questa riflessione: “ Vorrei appoggiare la mia fronte a ogni fronte e leggere i pensieri”.

Proseguendo nella lettura appare evidente che uno dei tratti distintivi del libro è appunto questo, mettersi al servizio di un ideale e dedicare la propria vita a rendere migliore la vita degli altri, così la protagonista Stella Di Mare, avvocato giuslavorista in carriera, sulle cui spalle grava il peso di un intero studio legale, è impegnata nella difesa di chi subisce un torto, si tratti di un licenziamento ingiusto, si tratti di un trattamento non conforme alla legge.

Durante un pranzo con Lorenza, commessa in un negozio di articoli sportivi, viene a conoscenza di una situazione incresciosa subita dalla donna ad opera del marito da cui  è separata. Situazione già sfociata in episodi di violenza e che fa presagire una progressione all’insegna della sopraffazione. Subito Stella ne sposa la causa e se ne fa carico.  Con esiti finali che il lettore conoscerà da solo, non sta mai bene anticipare le vicende di un libro la cui partenza non è immediata, ma quando, dopo alcune pagine, entra nel vivo dei sentimenti, degli accadimenti, dei proponimenti, diventa subito affascinante e si fa fatica a interromperne la lettura, come accade sempre quando si prende in mano un buon  libro e si desidera soltanto restare in compagnia dei suoi protagonisti, sapere cosa ne sarà di loro, che succederà nella pagina successiva, e così si arriva all’ultima pagina con un misto di soddisfazione e di rimpianto perché abbandonare personaggi cui ci si è, nel corso di appena poche ore di lettura, affezionati, genera sempre un certo dispiacere.

Altro tratto distintivo di questo libro è l’atmosfera di entusiasmo che affiora pagina dopo pagina, un irrefrenabile ottimismo, che è lo stesso solare ottimismo che come un alone magnetico circonda l’autrice. Si potrebbe aprire a caso una pagina del libro e respirare quest’atmosfera gioiosa, di continua determinazione e proponimento: “Neppure riesco ad analizzarlo bene questo momento in cui le sensazioni fisiche mi spiazzano. Il cuore, per esempio, il mio pigro cuore addormentato sta battendo come quello di un bambino felice per le sorprese che gli ha portato il Natale appena trascorso.”

La parte del romanzo che più avvince è quella relativa alla storia di Angelina, nobildonna vissuta all’inizio del secolo scorso, che a causa delle convenzioni sociali, dei pregiudizi che incatenano l’agire degli esseri umani, rinuncia per tutta la vita ad una relazione sentimentale soddisfacente e soltanto per una notte si concede la conoscenza dell’amore. Questa vicenda risveglia il cuore pigro di Stella, che si identifica nel personaggio scoperto su di un libro di storia locale, e porterà ad una specie di illuminazione circa la sua situazione sentimentale.

Si affacciano tante cose nelle pagine di questo romanzo, riflessioni sulla situazione della giustizia in Italia, sulla condizione ancora subalterna della donna nella nostra società, digressioni sul Buddismo, descrizioni di paesaggi attraversati nel corso di viaggi.

In tutti i libri spesso si individuano tracce dell’autore, brandelli autobiografici e credo che anche in queste pagine si possano ritrovare esperienze e sentimenti vissuti dall’autrice.

La scrittura possiede uno stile brioso, vivace quanto basta per accattivarsi l’attenzione del lettore, con momenti in cui la discesa nelle profondità delle emozioni compie il lavoro proprio dello scrittore che è quello di rivelargli aspetti della sua stessa vita, di aprirgli in un certo qual modo gli occhi su certe zone inesplorate della sua personalità.

Sempre con lo spirito altruistico di mettere la propria vita a disposizione di quella altrui, esattamente come fa il bodhisattva. Quindi un libro che svolge questa funzione, di incoraggiamento, di sostegno a chi la pigrizia del cuore ha smorzato, attenuato la gioia di vivere, il desiderio di guardare al presente con il giusto ottimismo, con quell’entusiasmo di cui troverà piene le pagine di questo libro.

 


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