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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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SAPORE DI MARE

di Paolo de Cristofaro
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Pubblicato il 01/05/2008

Un bel giorno, al primo smeriglio dell'alba, ho sentito una mormora dentro di me: "che barbo vivere in questa mansarda, con il mio gattuccio, rinnovando continuamente le pene di un vecchio storione d'amore con la bella Alice, detta la sarda, magra come un acciuga, ma con le bionde ricciole, con le occhiate azzurre, e con la bocca d'oro, che mi ha lasciato l'animo indurito come un crostaceo !!".
Che squalor imporsi di vivere tra queste 4 murene o girando tonno tonno l’isolato a passo di lumaca, o andando a cantare un salmone in chiesa, o giocando nel solito bar la solita schedina al totanocalcio.
E'altrettanto umiliante introtarsi il sangue girando tutta la notte con la torpedo a caccia di balene e restare con un palmo di nasello o finire come un baccalà tra le branchie di una pescatrice di uomini, con il rischio di trovarsi una bavosa con l’alito del merluzzo.
Al limite è meglio alimentare le speranze ballando il rombo in piazza con l'occhio di triglia e guardare certe pezze di razza, piuttosto che ritirarsi in casa come un gambero restando con il dentice avvelenato.
Che tinca fa!!
O mi chiudo come un riccio o mi apro come un'ostrica.
Ormai, dopo aver vissuto tristi anni da scampo, solo come uno scorfano, agitato come un polipo, alle sogliole del 2000, ho deciso di smussare molte spigole, senza scambiare lucci per lampare e cercando di fare una cernia in mezzo a tante cozze.
Se sgombro il cefalo dalla paura di prendere altri granchi e cercando di sfuggire come un anguilla al mio destino calamaro, pregherò un S. Pietro perchè mi salvi da un'altra mazzancolla.
E' giunta l'ora del "carpa diem"...!
Per te Medusa, mia musa, che mi attiri come una palamita, dimenticherò Alice e con te fuggirò a Venezia e mi spenderò tutto il mio capitone e dopo aver visto i palombi di Piazza S. Marco, ti porterò in vongola sul Canal Grande e poi andremo all'Hotel "Delfino" e per un'orata mi sazierò delle tue occhiate, della tua boatta e perchè no.... della tua passera !!
...Ahi..ahia!!.... che sarago !!! Su...dai, non mi
guardare come un'orca !!
Ho sputato il rospo e mi vergogno come una seppia, però se mi perdoni, tornerò da te con una mazzolina di fiori e finalmente per fare pace, ti porterò a mangiare un po' di pesce.....


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