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822

di Maria Musik
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Pubblicato il 12/05/2008

Giornata particolare. Un vento impetuoso aveva spazzato via il caldo e aveva portato con sé gli spiriti della follia che si erano insinuati sotto le gonne delle donne, dietro le lenti da sole degli uomini, fra i radi capelli grigi dei vecchi, sui candidi denti dei bambini.
Giornata particolare, da non poter star fermi: il vento ti spinge a largo, ma per prendere il largo bisogna raggiungere un porto.
Così successe che un uomo e una donna si fossero ritrovati sulla banchina d’attracco del Porto di Roma.
Se volessi descriverli direi che rassomigliavano un po’ ad una coppia tipo Susan Sarandon/Tim Robbins, con la differenza che erano complici ma non amanti.
Però, non voglio descriverli e, quindi, non lo faccio!
Lei era vestita di verde, un verde che si accordava con la polarizzazione della luce di quel cielo sceso sul mare come un sipario. Non era un verde primavera; piuttosto era scuro, turbolento, limaccioso, tutt’uno col mare. I capelli rossi volavano ovunque lasciando scoperto il dondolio dei monili di conchiglia che pendevano dalle sue orecchie.
Lui, inghiottito dal suo giubbotto, aveva occhi inquietanti che guizzavano ovunque, color verde: limaccioso, turbolento, tutt’uno col mare.
Avevano un numero fortunato, ma ancora non lo sapevano: 822.
Guardavano le barche, vagheggiando una vita un po’ clochard e un po’ boheme. La barca può diventare la casa ideale: un bene immobile, mobile e a costo contenuto.
Se volessi raccontare cosa fecero comincerei con il dire che scrutavano il mare.
Però, non voglio raccontarlo e, quindi, non lo faccio!
Stavano lì a guardare il mare. L’uomo parlava raccontando dei branchi di cefali ed, insieme, cercavano di vedere quella pulsante punta di freccia intenta a risalire l’onda.
Più in là erano ormeggiate barche d’ogni tipo. La più vicina all’attracco era quella con il nome meno scontato: 822 CARABINIERI.
Il vento era passato da WNW8 a WSW5: mare agitato ma non inaffrontabile.
Fu un attimo: un contatto, messa in moto e via, fuori del porto.
La barca saltava sulle onde descrivendo nell’aria le punte e le precipitose discese di un improbabile quanto virtuale grafico. Intanto i due pensavano a quanto tempo avrebbe impiegato la Guardia Costiera per raggiungerli. Nel frattempo il vento aveva cambiato direzione e forza: WSW2.
Bloccarono la motobarca in mare aperto e si guardarono intorno: nessuno.
Le loro risate si persero fra lo stridio dei gabbiani e lo sciabordio dell’acqua.
La donna, continuando a ridere e asciugandosi le lacrime col dorso della mano, disse che aveva sempre sognato di fare una cosa.
Si cinse i fianchi con un largo foulard uscito fuori dai meandri della sua borsa da Mary Poppins, si tolse le scarpe e andò all’estrema punta della poppa.
Tenendosi a mala pena in equilibrio, gridò: “Jack, vieni qua!” Sul volto dell’uomo si dipinse un’espressione interdetta. “Oddio, sei proprio un maschio: possibile che non ci arrivi. Siamo su una “nave”… a prua… è facile da capire!”
Nel frattempo, l’uomo l’aveva raggiunta e schernendola di riflesso rispose: "E tu sei proprio una femmina!”. Intanto la afferrava per la vita.
Lei guardò avanti e lo spronò: “Dai, dillo. Dillo!” – “Ma è ridicolo!” – “E chi vuoi che ti veda. Certo, io non andrò a raccontarlo a nessuno ed i gabbiani, al massimo, spettegoleranno con una sirena e tu ci farai una splendida figura!”.
Poi, si girò e puntò, speranzosa, gli occhi verso il mare. Dopo lunghi istanti si udì una voce bassa, bassa, lievemente strozzata dall’imbarazzo: “Ti fidi di me? Ti fidi di me?”.
La donna allargò le braccia ed urlò con tutte le forze: “Mare mi senti? Sei mio. SEI MIOOOO! Ed ora, posso anche affondare”.
Poi, si voltò, e disse: "Comunque, mi fido di te sul serio”.
Le risate squarciarono di nuovo cielo e mare.
Era ora di tornare e affrontare l’inevitabile arresto.
Se volessi potrei narrare l’epilogo di questa storia nei minimi particolari.
Però, non voglio narrarlo e, quindi, non lo faccio.
Passarono, con il cuore in gola, la barriera artificiale del porto. La banchina era deserta: non c’erano né gazzella né divise.
La 822 CARABINIERI fu rimessa al suo posto e i due scesero scalzi, arruffati e con il volto in fiamme. L’avevano fatta franca! La Guardia Costiera non aveva trovato nulla di strano in quell’uscita fuori da ogni tabella di marcia.
Erano pronti a tornare alle loro vite di tutti i giorni.
Cosa farne di quella bravata? Il giorno seguente giocarono al Lotto. Terno secco sulla ruota di Napoli: 8 - 22 – 17. Vincita? 822.000 euro!
A proposito: il branco di cefali c’era, viaggiava in formazione a punta di freccia.
Erano 822: 411 maschi a destra e 411 femmine a sinistra.

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