Pubblicato il 11/11/2012 16:02:33
A chi di notte stringe il cielo
Il sogno rabbuiava e credevo di sognare quando sopra gli occhi tristi, inaspettata, ecco rifulgere Due Lune - disco di bianca incandescenza una, come velina o chiaro albume sua compagna - e muto alone.
Sfere divine e solitarie a navigare su ciglia stupefatte, parabole silenti nel cielo aperto e senza suono. Solo un frusciare di volti in basso accosta la riva smorta dello sguardo - e appare.
Mi siede a fianco su una panca mio padre e guarda con me in alto, senza pensare di scorgere Due Lune o almeno scivolare nel mare notturno delle stelle d’oro. Mi dice solo: “siamo fatti per morire”.
Ma poi sussurra piano: “quello che ho fatto era per farvi felici” - e lo perdono, mentre Due Lune veleggia così alta che è impossibile non sospirare, se è suo corteo uno sciame di stelle d’oro.
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