Badu-kube
la città dove soffia l'll vento
sul viso, un khazri burrascoso
tra montagne come deserti,
bianco a neve l'Azerbaijan
abito di donna in lino ebraico
caduto tra due solchi di terreno
raccolti assieme prima dell'alba;
fortezza invalicabile nella tempesta
selvaggia. Oltre l'udito
il canto fa volteggiare le sue frontiere
precipita in bisbiglio
un debole sospiro di Mugham
penetra le valli, dove il caldo è tenero
cola lunghe litanie
l'acqua del Bosforo
dove il Caucaso è sempre verde
E' distanza, Baku
bellezza di lontananza
murata città
Al centro una donna.Parla con l’aria:
tende le dita, dentro l'anello di Baku
si prepara a partire, a cercare Perfetta,
la propria scomparsa
Stanotte per lunghe ore c'è stato un diluvio
-raccontano le donne-
Tutto attorno a noi è arrivato
il lagho azzurro, e anche le farfalle rare di Baku
si son fermate alla radura dei gelsi
Nel campo di grano è successo qualcosa
che allarga il biancore del cielo,
da farlo fermare nel pentolino di rame
Narimi sapeva I'll fine di giungere di tutte le cose
così prendeva nel petto le spighe di grano,le acerbe
allattava pian piano, a fermare la voce, nel suo vero nome
Gioco sacro d'istante scandisce la musica e dura
mentre Lei ha pregato con i prigionieri,
messo bende calde al dolore di Baku
l'll suo treno ora corre veloce,
passa in ogni fessura del bosco,
dove l'aria fa come una pioggia
rossa di frutti negli occhi di Amina
Da qualche parte a Nord Est,oggi
sta correndo in avanti l'uomo di Hatrac,
difende il suo territorio, Mogù,
il suo fianco di stoffe sottili,porta il niquab,
shari'a d'Amina con fiati d'argento
lì,dove il capo si stringe al futuro,
è lo spazio in cui si trasmette il dolore.
In un istante qualcosa di limpido,di generoso
é accaduto
rompendo l'incanto della paura
l’Amore,
la mappa infine più forte
negli occhi ninive di muscoli chiari,
lasciando che l'acqua inondi i tessuti,
nel prodigio di mussole, chine
a fermare l'odore del canto
da sentire l’ll domani
di Baku nel vento
( per la visita a Baku durante Eurovision Song Contest 2012 )
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