Pubblicato il 24/01/2013 12:41:48
Vorrei restare appesa a un dio che non mi salvi -
il petto pieno d’aria e di "renvoi". Mi indichi l’amore
che si sale, amore mio lebbroso (un tempo una pineta)
su bende di respiri sempre uguali, stremati alla curva
sfilacciata che acceca lo strapiombo del non so.
Precipitando allora cadere in un bagliore - visione
di me in altra me risorta - che sfumi nella sera
a non perseguitare i chiodi afflitti del pensiero,
il volto di chi tacendo se ne andò. E forse una mano
da stelle staccherà la croce, il pianto del non so.
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